Questo lavoro, dal significativo titolo Responsabilità e diritto, presenta un itinerario di ricerca che intende fornire alcuni punti di vista su aspetti essenziali della giuridicità. Si è scelto di cominciare con un contributo che affronta le tematiche centrali della responsabilità attraverso la filosofia di Hans Jonas e le relative interpretazioni di Paul Ricœur. Tale collegamento si è reso necessario al fine di esaminare alcune trasformazioni che interessano la struttura fenomenologica della responsabilità giuridica. Seguendo l’architettura speculativa di entrambi, ne è emerso un quadro in cui la natura dell’agire nella civiltà tecnologica è marcata dalla continua produzione di rischi che possono degenerare in pericoli che sfuggono alla consapevolezza del soggetto decisore. Sulla scorta delle attuali istanze di sicurezza, la dispersione della responsabilità sul piano morale e l’affermarsi del modello di rapporto assicurativo incidono sul diritto e, in modo specifico, sulla qualificazione del concetto di imputabilità. Collegato a questi motivi, il secondo scritto discute criticamente la dimensione della responsabilità. Le considerazioni esposte si articolano attorno a un doppio profilo di indagine: tanto strettamente giuridico, quanto di carattere filosofico-politico. Il paragone teoretico tra le idee di Hannah Arendt e quelle di Adriano Olivetti offre la possibilità di riflettere sulle interazioni di una soggettività libera, dunque responsabile, che incontra l’universo delle istituzioni giuridiche. Si tratta di una relazione senz’altro densa di problematicità perché, quest’ultime, possono rappresentare sia spazi di realizzazione di giusti principi – in modo particolare l’isonomia e l’isegoria di origine greco-classi- ca – che luoghi a statuto discriminatorio. L’ultimo studio tenta di problematizzare la connessione tra la diffusione del pensiero nichilista in Europa e la spinta progressista che investe ogni ambito della socialità, tra questi il diritto. Lo scenario contemporaneo registra la pretesa della tecnica di ridurre il soggetto – il cui insuperabile modo d’essere risiede nella libertà – a un fatto solo prevedibile e perfettamente fungibile nell’economia informazionale. Con un costante riferimento all’impostazione fenomenologica di Bruno Romano, viene approfondita la tematica della responsabilità giuridica, dimensione peculiare ed esclusiva dell’essere umano, assente nelle macchine cosiddette intelligenti.
Ricerche sulla responsabilità. Le riflessioni di Hannah Arendt e Adriano Olivetti sull’istituzione giuridica / Castorino, Matteo. - (2024), pp. 59-110. - FILOSOFIE.
Ricerche sulla responsabilità. Le riflessioni di Hannah Arendt e Adriano Olivetti sull’istituzione giuridica
Matteo Castorino
2024
Abstract
Questo lavoro, dal significativo titolo Responsabilità e diritto, presenta un itinerario di ricerca che intende fornire alcuni punti di vista su aspetti essenziali della giuridicità. Si è scelto di cominciare con un contributo che affronta le tematiche centrali della responsabilità attraverso la filosofia di Hans Jonas e le relative interpretazioni di Paul Ricœur. Tale collegamento si è reso necessario al fine di esaminare alcune trasformazioni che interessano la struttura fenomenologica della responsabilità giuridica. Seguendo l’architettura speculativa di entrambi, ne è emerso un quadro in cui la natura dell’agire nella civiltà tecnologica è marcata dalla continua produzione di rischi che possono degenerare in pericoli che sfuggono alla consapevolezza del soggetto decisore. Sulla scorta delle attuali istanze di sicurezza, la dispersione della responsabilità sul piano morale e l’affermarsi del modello di rapporto assicurativo incidono sul diritto e, in modo specifico, sulla qualificazione del concetto di imputabilità. Collegato a questi motivi, il secondo scritto discute criticamente la dimensione della responsabilità. Le considerazioni esposte si articolano attorno a un doppio profilo di indagine: tanto strettamente giuridico, quanto di carattere filosofico-politico. Il paragone teoretico tra le idee di Hannah Arendt e quelle di Adriano Olivetti offre la possibilità di riflettere sulle interazioni di una soggettività libera, dunque responsabile, che incontra l’universo delle istituzioni giuridiche. Si tratta di una relazione senz’altro densa di problematicità perché, quest’ultime, possono rappresentare sia spazi di realizzazione di giusti principi – in modo particolare l’isonomia e l’isegoria di origine greco-classi- ca – che luoghi a statuto discriminatorio. L’ultimo studio tenta di problematizzare la connessione tra la diffusione del pensiero nichilista in Europa e la spinta progressista che investe ogni ambito della socialità, tra questi il diritto. Lo scenario contemporaneo registra la pretesa della tecnica di ridurre il soggetto – il cui insuperabile modo d’essere risiede nella libertà – a un fatto solo prevedibile e perfettamente fungibile nell’economia informazionale. Con un costante riferimento all’impostazione fenomenologica di Bruno Romano, viene approfondita la tematica della responsabilità giuridica, dimensione peculiare ed esclusiva dell’essere umano, assente nelle macchine cosiddette intelligenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.