Since ancient times women have been considered as derivative of men or subordinate to them. This cultural vision impacts the expectations regarding their lan guage and their literary production. The aim of this paper is to analyse the correlation between women writers and language, as social construct strongly correlated to dias tratic and diaphasic factors. This study will examine Sibilla Aleramo’s awareness about the existence of a “women’s language” in their novel Una donna. The research starts from sociolinguistic surveys, which have revealed the existence of a set of expectations held by a community of speakers regarding the linguistic behaviours attributed to gender. The analysis applies to the novel a set of prototypical features of “women’s language”, accord- ing to speakers’ expectation, and some linguistic phenomena (divided on the bases of different linguistic levels, like morpho-phonological, syntactic, and pragmatic-textual) for each one of these traits. The linguistic examination has been performed with GATE, an open-source software used for the development of Information Extraction system. Thanks to the data obtained it is possible to compare the occurrences of each prototyp ical feature with all the others linguistic possibilities available to express the same con cept. The relative frequency of the linguistic phenomena demonstrates that they de pend on an intersection of variables like gender, diastratic and diaphasic factors. It is very important to focus on the difference between sex and gender. As a matter of fact, existing literature on the subject has proven there are no differences in masculine and feminine language dependent on sex, being a biological factor. Instead, there can be differences depending on gender, in the sense of a factor built on social and historical phenomena.

Nell’immaginario collettivo della cultura occidentale è stata spesso recri minata alle donne una tendenza alla ridondanza espressiva, mentre il silenzio e la ca pacità di non far parlare di sé sono state ritenute caratteristiche apprezzabili nel sesso femminile. L’esistenza stessa, sin dall’antichità, del concetto di una lingua femminile è emblematica, soprattutto se la si accosta all’assenza della nozione di lingua maschile. In questa prospettiva, dunque, la presunta lingua delle donne rappresenta la varietà mar- cata, rispetto alla norma di cui sono latori gli uomini. Tali considerazioni antropologiche e sociolinguistiche hanno avuto ricadute anche sul giudizio circa la produzione lettera ria femminile, esclusa o relegata ai margini del canone. Lo scopo del contributo è quello di affrontare il tema riguardante il rapporto che intercorre tra le scrittrici e la lingua, come costruzione sociale. In particolare, si è deciso di indagare sulla percezione di Sibil la Aleramo riguardo a una presunta lingua delle donne. Anzitutto, era plausibile per la scrittrice pensare a una “lingua delle donne” diversa da quella degli uomini per la mera variabile sesso? Per rispondere a questo interrogativo, l’attenzione è stata rivolta all’i- treccio di più variabili, come ad esempio la variazione diastratica, diafasica e di genere. L’analisi è stata sviluppata attraverso una griglia di riferimento contenente da un lato i tratti ritenuti caratterizzanti per la lingua delle donne (tendenza alla conservatività, ri corso alla strategia del garbo, inclinazione alla distensione del discorso), dall’altro alcu ni fenomeni linguistici (soluzioni arcaizzanti, tratti regionali, uso di valutativi, impiego di espressioni affettive e di formule fàtiche) attraverso i quali è misurata la presenza di quei tratti nei dialoghi esaminati.

La "lingua delle donne" nella coscienza linguistico-letteraria di Sibilla Aleramo: realtà o costruzione sociale? / Rea, Alessandra. - (2024), pp. 131-150.

La "lingua delle donne" nella coscienza linguistico-letteraria di Sibilla Aleramo: realtà o costruzione sociale?

Alessandra Rea
Primo
2024

Abstract

Since ancient times women have been considered as derivative of men or subordinate to them. This cultural vision impacts the expectations regarding their lan guage and their literary production. The aim of this paper is to analyse the correlation between women writers and language, as social construct strongly correlated to dias tratic and diaphasic factors. This study will examine Sibilla Aleramo’s awareness about the existence of a “women’s language” in their novel Una donna. The research starts from sociolinguistic surveys, which have revealed the existence of a set of expectations held by a community of speakers regarding the linguistic behaviours attributed to gender. The analysis applies to the novel a set of prototypical features of “women’s language”, accord- ing to speakers’ expectation, and some linguistic phenomena (divided on the bases of different linguistic levels, like morpho-phonological, syntactic, and pragmatic-textual) for each one of these traits. The linguistic examination has been performed with GATE, an open-source software used for the development of Information Extraction system. Thanks to the data obtained it is possible to compare the occurrences of each prototyp ical feature with all the others linguistic possibilities available to express the same con cept. The relative frequency of the linguistic phenomena demonstrates that they de pend on an intersection of variables like gender, diastratic and diaphasic factors. It is very important to focus on the difference between sex and gender. As a matter of fact, existing literature on the subject has proven there are no differences in masculine and feminine language dependent on sex, being a biological factor. Instead, there can be differences depending on gender, in the sense of a factor built on social and historical phenomena.
2024
I dati linguistici-Metodologie e strumenti della ricerca
9788860327512
Nell’immaginario collettivo della cultura occidentale è stata spesso recri minata alle donne una tendenza alla ridondanza espressiva, mentre il silenzio e la ca pacità di non far parlare di sé sono state ritenute caratteristiche apprezzabili nel sesso femminile. L’esistenza stessa, sin dall’antichità, del concetto di una lingua femminile è emblematica, soprattutto se la si accosta all’assenza della nozione di lingua maschile. In questa prospettiva, dunque, la presunta lingua delle donne rappresenta la varietà mar- cata, rispetto alla norma di cui sono latori gli uomini. Tali considerazioni antropologiche e sociolinguistiche hanno avuto ricadute anche sul giudizio circa la produzione lettera ria femminile, esclusa o relegata ai margini del canone. Lo scopo del contributo è quello di affrontare il tema riguardante il rapporto che intercorre tra le scrittrici e la lingua, come costruzione sociale. In particolare, si è deciso di indagare sulla percezione di Sibil la Aleramo riguardo a una presunta lingua delle donne. Anzitutto, era plausibile per la scrittrice pensare a una “lingua delle donne” diversa da quella degli uomini per la mera variabile sesso? Per rispondere a questo interrogativo, l’attenzione è stata rivolta all’i- treccio di più variabili, come ad esempio la variazione diastratica, diafasica e di genere. L’analisi è stata sviluppata attraverso una griglia di riferimento contenente da un lato i tratti ritenuti caratterizzanti per la lingua delle donne (tendenza alla conservatività, ri corso alla strategia del garbo, inclinazione alla distensione del discorso), dall’altro alcu ni fenomeni linguistici (soluzioni arcaizzanti, tratti regionali, uso di valutativi, impiego di espressioni affettive e di formule fàtiche) attraverso i quali è misurata la presenza di quei tratti nei dialoghi esaminati.
letteratura; linguistica; lingua delle donne; analisi automatica del testo; genere
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La "lingua delle donne" nella coscienza linguistico-letteraria di Sibilla Aleramo: realtà o costruzione sociale? / Rea, Alessandra. - (2024), pp. 131-150.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1715830
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