Quasi venti anni fa, introducendo l’approccio sistemico nel biennio specialistico, ISIA Roma Design ha anticipato l’urgenza di restituire una dimensione etica alla cultura del progetto, proponendo di considerare le tecnologie come attori da integrare nella progettazione e nella didattica per abilitare il designer a immaginare scenari alternativi, capaci di attivare buone pratiche relazionali (Carrino, Spera, 2021), guardando al contesto complesso con una visione sostenibile - nell’accezione francese di durabilité - come bene comune da mantenere (Carrino, 2016). Nel 1970 Aldo Calò affermava che una scuola di design avrebbe dovuto «suscitare negli studenti una problematica tecnologica che li metta in condizione di organizzare i dati tecnico-scientifici secondo concetti di forma e di contenuto» (AA.VV., 1972). Il concetto di “problematica tecnologica” suggerisce oggi di affrontare la questione dell’innovazione tecnologica nella formazione del designer non solo come obiettivo, ma anche come fattore di stimolo. Tenendo conto della natura ibrida del progettista (Pansera, 2015) - ed estendendo il discorso al rapporto tra l’essere umano e la tecnica da cui esso stesso dipende (Montani, 2022) - nel comprendere “cosa” si progetta, non si può prescindere dal “come” lo si fa. Per valutare se l’esperienza pedagogica di design indirizzi non solo all’adozione critica delle tecnologie nel contesto da innovare, ma anche all’uso consapevole del mezzo tecnico nel processo analitico e creativo, diventa necessario interrogarsi su come sia mutato l’approccio dell’insegnante, figura che organizza la didattica, interfaccia finale dell’ecosistema di saperi e competenze del contesto accademico. Nel percorso formativo influenzato dalle metodologie proposte dal docente, come si relaziona un designer con gli strumenti tecnologici che mediano l’apprendimento e la progettazione?
Mediazioni tecnologiche nella didattica del design. Orientare la formazione per l'immaginazione produttiva / Capri, Aureliano. - (2024), pp. 142-146.
Mediazioni tecnologiche nella didattica del design. Orientare la formazione per l'immaginazione produttiva.
Aureliano Capri
2024
Abstract
Quasi venti anni fa, introducendo l’approccio sistemico nel biennio specialistico, ISIA Roma Design ha anticipato l’urgenza di restituire una dimensione etica alla cultura del progetto, proponendo di considerare le tecnologie come attori da integrare nella progettazione e nella didattica per abilitare il designer a immaginare scenari alternativi, capaci di attivare buone pratiche relazionali (Carrino, Spera, 2021), guardando al contesto complesso con una visione sostenibile - nell’accezione francese di durabilité - come bene comune da mantenere (Carrino, 2016). Nel 1970 Aldo Calò affermava che una scuola di design avrebbe dovuto «suscitare negli studenti una problematica tecnologica che li metta in condizione di organizzare i dati tecnico-scientifici secondo concetti di forma e di contenuto» (AA.VV., 1972). Il concetto di “problematica tecnologica” suggerisce oggi di affrontare la questione dell’innovazione tecnologica nella formazione del designer non solo come obiettivo, ma anche come fattore di stimolo. Tenendo conto della natura ibrida del progettista (Pansera, 2015) - ed estendendo il discorso al rapporto tra l’essere umano e la tecnica da cui esso stesso dipende (Montani, 2022) - nel comprendere “cosa” si progetta, non si può prescindere dal “come” lo si fa. Per valutare se l’esperienza pedagogica di design indirizzi non solo all’adozione critica delle tecnologie nel contesto da innovare, ma anche all’uso consapevole del mezzo tecnico nel processo analitico e creativo, diventa necessario interrogarsi su come sia mutato l’approccio dell’insegnante, figura che organizza la didattica, interfaccia finale dell’ecosistema di saperi e competenze del contesto accademico. Nel percorso formativo influenzato dalle metodologie proposte dal docente, come si relaziona un designer con gli strumenti tecnologici che mediano l’apprendimento e la progettazione?File | Dimensione | Formato | |
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