Il presente volume indaga l’opera di Tommaso De Marchis (1693-1759), un architetto romano attivo nell’Urbe e nel Lazio, collocabile tra le file di quell’«Arcadia architettonica» che germinò dalla scuola di Carlo Fontana. Professionista preciso e versatile, come dimostra la varietà degli incarichi ricoperti nel corso della sua carriera - fabbriche religiose e civili, infrastrutture viarie, sanitarie e portuali - De Marchis si affidò a un modus operandi solido e pratico, radicato a concetti come la «stabilità e consistenza», il «comodo», l’«utile o necessario», ma senza tralasciare la «bona proporzione» e il «decoro», come dimostrano anche le valenze estetiche delle sue opere. In sintesi, pur non possedendo la creatività di un Fuga o di uno Juvarra, egli seppe delineare una propria cifra stilistica, chiara e riconoscibile, in un momento storico estremamente complesso, dove ai ricordi di una fulgida stagione barocca ormai giunta al tramonto, si sovrappongono le aspirazioni ad una razionalità moderna: negli edifici, nelle città e nella società.
Pratica e decoro nella Roma del Settecento: Tommaso De Marchis architetto / Carbonara, Sabina; Pistolesi, Marco. - (2022).
Pratica e decoro nella Roma del Settecento: Tommaso De Marchis architetto
Carbonara, SabinaCo-primo
;Pistolesi, MarcoCo-primo
2022
Abstract
Il presente volume indaga l’opera di Tommaso De Marchis (1693-1759), un architetto romano attivo nell’Urbe e nel Lazio, collocabile tra le file di quell’«Arcadia architettonica» che germinò dalla scuola di Carlo Fontana. Professionista preciso e versatile, come dimostra la varietà degli incarichi ricoperti nel corso della sua carriera - fabbriche religiose e civili, infrastrutture viarie, sanitarie e portuali - De Marchis si affidò a un modus operandi solido e pratico, radicato a concetti come la «stabilità e consistenza», il «comodo», l’«utile o necessario», ma senza tralasciare la «bona proporzione» e il «decoro», come dimostrano anche le valenze estetiche delle sue opere. In sintesi, pur non possedendo la creatività di un Fuga o di uno Juvarra, egli seppe delineare una propria cifra stilistica, chiara e riconoscibile, in un momento storico estremamente complesso, dove ai ricordi di una fulgida stagione barocca ormai giunta al tramonto, si sovrappongono le aspirazioni ad una razionalità moderna: negli edifici, nelle città e nella società.File | Dimensione | Formato | |
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