La fine della Seconda guerra mondiale ha per l’Italia un duplice significato: se per un verso giunge al termine la guerra cominciata il 10 giugno 1940 e combattuta al fianco della Germania hitleriana, si esaurisce soprattutto la sanguinosa parentesi della guerra civile, apertasi all’indomani della ratifica dell’armistizio di Cassabile, con la poco successiva liberazione di Mussolini dalla detenzione di Campo Imperatore e il tentativo di ricostituzione di un ordine fascista nella Repubblica Sociale. Il presente contributo analizza la rappresentazione delle armi nei romanzi di Giorgio Soavi, Giose Rimanelli e Carlo Mazzantini, casi esemplari della narrativa scaturita dalla breve e sanguinosa vicenda della sedicente Repubblica.
Le armi della «parte sbagliata» nei romanzi di Giorgio Soavi, Giose Rimanelli e Carlo Mazzantini / Marrone, Giuseppe. - (2024), pp. 169-183. - STUDI E TESTI DI LETTERATURA ITALIANA E COMPARATA.
Le armi della «parte sbagliata» nei romanzi di Giorgio Soavi, Giose Rimanelli e Carlo Mazzantini
Marrone GiuseppePrimo
2024
Abstract
La fine della Seconda guerra mondiale ha per l’Italia un duplice significato: se per un verso giunge al termine la guerra cominciata il 10 giugno 1940 e combattuta al fianco della Germania hitleriana, si esaurisce soprattutto la sanguinosa parentesi della guerra civile, apertasi all’indomani della ratifica dell’armistizio di Cassabile, con la poco successiva liberazione di Mussolini dalla detenzione di Campo Imperatore e il tentativo di ricostituzione di un ordine fascista nella Repubblica Sociale. Il presente contributo analizza la rappresentazione delle armi nei romanzi di Giorgio Soavi, Giose Rimanelli e Carlo Mazzantini, casi esemplari della narrativa scaturita dalla breve e sanguinosa vicenda della sedicente Repubblica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.