Le produzioni artigiane urbane e rurali, le fabbriche e le centrali elettriche in stretta relazione con l’acqua come materia per il ciclo produttivo, veicolo di igiene e forma di energia, costituiscono un’impronta complessa e per larghi brani ordinata del territorio della valle del Nera. Così, se dal punto di vista morfogenetico si può considerare che la valle con le sue gole e la Conca ternana siano il prodotto dell’acqua, guardando invece all’antropizzazione del territorio si constata la rilevanza delle potenti tracce lasciate in alzato, al suolo e nel sottosuolo, dalle attività di regolamentazione e sfruttamento delle risorse idriche dell’intero bacino e dalle connesse attività manifatturiere. In questo contesto, la relazione tra l’uomo e il fiume è cambiata nei modi con l’avvento della modernità, restando centrale nell’affermarsi della vicenda industriale su quella rurale, ed è al centro delle problematiche ambientali e territoriali. Declinare una ricerca su quest’impronta industriale ai fini progettuali impone di confrontarsi con il patrimonio nel suo complesso, ed è perciò necessario dotarsi degli strumenti dell’archeologia industriale, accoglierne le sfide alla necessaria cooperazione tra discipline e accettare di muoversi tra più scale di indagine, interrogando le fonti più disparate. Si va dall’oggetto edilizio alle macchine, dai caratteri evolutivi dei procedimenti produttivi alla storia del lavoro e dei lavoratori, dai documenti diretti (i dati materiali) alle fonti primarie (gli archivi) e orali (i protagonisti di ogni rango). Si parte da quanto afferma Renato Covino, ovvero che “la vicenda ternana è, fra tutte, quella che meno si presta ad una analisi per ‘pezzi’. La realtà urbano-territoriale e i luoghi fisici della produzione rappresentano una realtà integrata, di cui la rete dei canali e gli assi viari sono il tessuto connettivo. Più semplicemente città, territorio e fabbriche costituiscono un sistema compatto di cui non è possibile capire un singolo elemento senza una adeguata comprensione dell’insieme”. L’asse principale di questo insieme è il Nera, e lo studio considera la porzione dell’asta fluviale che corre da Collestatte a Orte con la consapevolezza che è l’intero sistema Nera-Velino, dal Tevere alla conca reatina a parlare dell’antica vicenda industriale del centro Italia, legata o paragonabile a quelle dei fiumi Turano, Salto, Sangro, Liri, Aniene.

L'impronta dell'industria / Curra', Edoardo. - (2022), pp. 90-103. - DIAP PRINT.

L'impronta dell'industria

Edoardo Curra'
2022

Abstract

Le produzioni artigiane urbane e rurali, le fabbriche e le centrali elettriche in stretta relazione con l’acqua come materia per il ciclo produttivo, veicolo di igiene e forma di energia, costituiscono un’impronta complessa e per larghi brani ordinata del territorio della valle del Nera. Così, se dal punto di vista morfogenetico si può considerare che la valle con le sue gole e la Conca ternana siano il prodotto dell’acqua, guardando invece all’antropizzazione del territorio si constata la rilevanza delle potenti tracce lasciate in alzato, al suolo e nel sottosuolo, dalle attività di regolamentazione e sfruttamento delle risorse idriche dell’intero bacino e dalle connesse attività manifatturiere. In questo contesto, la relazione tra l’uomo e il fiume è cambiata nei modi con l’avvento della modernità, restando centrale nell’affermarsi della vicenda industriale su quella rurale, ed è al centro delle problematiche ambientali e territoriali. Declinare una ricerca su quest’impronta industriale ai fini progettuali impone di confrontarsi con il patrimonio nel suo complesso, ed è perciò necessario dotarsi degli strumenti dell’archeologia industriale, accoglierne le sfide alla necessaria cooperazione tra discipline e accettare di muoversi tra più scale di indagine, interrogando le fonti più disparate. Si va dall’oggetto edilizio alle macchine, dai caratteri evolutivi dei procedimenti produttivi alla storia del lavoro e dei lavoratori, dai documenti diretti (i dati materiali) alle fonti primarie (gli archivi) e orali (i protagonisti di ogni rango). Si parte da quanto afferma Renato Covino, ovvero che “la vicenda ternana è, fra tutte, quella che meno si presta ad una analisi per ‘pezzi’. La realtà urbano-territoriale e i luoghi fisici della produzione rappresentano una realtà integrata, di cui la rete dei canali e gli assi viari sono il tessuto connettivo. Più semplicemente città, territorio e fabbriche costituiscono un sistema compatto di cui non è possibile capire un singolo elemento senza una adeguata comprensione dell’insieme”. L’asse principale di questo insieme è il Nera, e lo studio considera la porzione dell’asta fluviale che corre da Collestatte a Orte con la consapevolezza che è l’intero sistema Nera-Velino, dal Tevere alla conca reatina a parlare dell’antica vicenda industriale del centro Italia, legata o paragonabile a quelle dei fiumi Turano, Salto, Sangro, Liri, Aniene.
2022
Attorno all'acqua. Narrazioni e progetto per il territorio del Nera tra Marmore e Orte
978-88-229-0795-0
patrimonio Industriale; archeologia Industriale; Fiume Nera; rigenerazione; adaptive reuse
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L'impronta dell'industria / Curra', Edoardo. - (2022), pp. 90-103. - DIAP PRINT.
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