Nel suo romanzo di debutto The Appointment. Or, The Story of a Jewish Cock (Un cazzo ebreo, 2020) la scrittrice tedesca Katharina Volckmer, di stanza a Londra, racconta di una donna tedesca che sta per sottoporsi a un intervento di riassegnazione di genere FtM (da femmina a maschio). L’appuntamento con il Dr. Seligman, medico ebreo, confondibile in un primo momento con uno psicoterapeuta ma poi palesato nella sua funzione di chirurgo plastico, consiste in un monologo, espresso tramite lo strumento letterario dello stream of consciousness, dall’alta carica provocativa e attraverso il quale la/il protagonista tenta di ‘scendere a patti’ con il suo passato privato e pubblico, con la sua vita ‘di prima’ in Germania, con l’Olocausto, o meglio, con la Shoah. Dalla finzionalità dell’operazione chirurgica, quindi, risulta una speculazione tutta personale, e reale, dell’Io narrante – che qui pare coincidere con la voce della scrittrice – sul fallimento tutto tedesco di quel meccanismo, altrettanto tedesco, della Vergangenheitsbewältigung.
«E ora, trasformiamo questo corpo in qualcos’altro». Un cazzo ebreo di Katharina Volckmer e una strana forma di Vergangenheitsbewältigung / Iannucci, Giulia. - (2024), pp. 121-140. - FUORIFORMA. SCRITTURA E POLITICA.
«E ora, trasformiamo questo corpo in qualcos’altro». Un cazzo ebreo di Katharina Volckmer e una strana forma di Vergangenheitsbewältigung
Giulia Iannucci
2024
Abstract
Nel suo romanzo di debutto The Appointment. Or, The Story of a Jewish Cock (Un cazzo ebreo, 2020) la scrittrice tedesca Katharina Volckmer, di stanza a Londra, racconta di una donna tedesca che sta per sottoporsi a un intervento di riassegnazione di genere FtM (da femmina a maschio). L’appuntamento con il Dr. Seligman, medico ebreo, confondibile in un primo momento con uno psicoterapeuta ma poi palesato nella sua funzione di chirurgo plastico, consiste in un monologo, espresso tramite lo strumento letterario dello stream of consciousness, dall’alta carica provocativa e attraverso il quale la/il protagonista tenta di ‘scendere a patti’ con il suo passato privato e pubblico, con la sua vita ‘di prima’ in Germania, con l’Olocausto, o meglio, con la Shoah. Dalla finzionalità dell’operazione chirurgica, quindi, risulta una speculazione tutta personale, e reale, dell’Io narrante – che qui pare coincidere con la voce della scrittrice – sul fallimento tutto tedesco di quel meccanismo, altrettanto tedesco, della Vergangenheitsbewältigung.File | Dimensione | Formato | |
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