Una sfida fondamentale per la politica consiste nel pianificare e plasmare il processo di transizione dell'economia verso un modello di produzione e di consumo sostenibile in modo da minimizzare le incertezze sul valore delle imprese evitando inutili perdite di benessere per la società nel suo insieme. È quindi fondamentale che i rischi derivanti dall'incertezza associata al processo di transizione verso un’economia green siano il più possibile trasparenti, quantificabili e gestibili. L'impatto dell'incertezza associata al processo di transizione colpisce tutti i partecipanti ai mercati finanziari, poiché i rischi per il valore delle imprese si riflettono direttamente nei rischi per tutte le attività finanziarie emesse dalle imprese stesse, come azioni, obbligazioni societarie, debiti e attività finanziarie ibride. Poiché tutte queste attività finanziarie sono a loro volta parte integrante di una vasta gamma di portafogli finanziari tra cui i fondi di investimento, i fondi pensione, le assicurazioni sulla vita e i portafogli di investitori privati, anche tutti questi portafogli sono esposti ai rischi di transizione energetica. L’attuale sfida per gli investitori e gli intermediari finanziari è quella di valutare in che misura le imprese siano in grado di adattarsi al processo di transizione e di tenerne conto nelle loro decisioni di investimento. Allo stesso tempo, per le banche centrali e le autorità di vigilanza è indispensabile comprendere l'impatto del processo di transizione sugli istituti finanziari che monitorano e sulla stabilità complessiva dei mercati finanziari. Alla luce di tali considerazioni, obiettivo del presente studio è analizzare i modelli utilizzati per la quantificazione del carbon transition risk assieme ai risultati empirici in merito all’esistenza e alla natura di un carbon premium o premio per il rischio di carbonio o, diversamente, di un premio di rendimento per l’investimento in azioni verdi (equity greenium). La rilevanza del tema è evidente anche in termini di scelte di policy. Quando le decisioni dei policy maker hanno come obiettivo la riduzione delle emissioni carboniche, l'introduzione di una tassa sul carbonio ha come fine quello di rendere costose e inefficienti le attività di business che danneggiano l'ambiente, riducendo così i flussi di capitali attuali e futuri verso le imprese inquinanti. L'esistenza di un equity greenium può allora essere la prova per il decisore politico che l'interesse degli investitori verso le società inquinanti e i rispettivi titoli azionari si sta riducendo e che i capitali si stanno indirizzando verso le imprese green. Allo stesso tempo, l’assenza di un premio di rendimento sul rischio carbonico evidenzia come le decisioni di policy dei regolatori non siano riuscite ad incidere sulla percezione del rischio degli investitori che non richiedono un premio di rendimento a copertura del maggiore rischio carbonico dell’investimento in imprese brown. L’esistenza di un premio per il rischio di carbonio indica sia l’interesse attuale degli operatori ad investire ancora in attività brown, che la necessità da parte delle imprese di compensare l’assunzione del rischio con livelli più alti di rendimento. E’ quindi evidente come la valutazione dell’esistenza e della natura di un premio legato al clima sul mercato finanziario possa permettere ai decisori di testare l’efficacia delle politiche climatiche poste in atto ed eventualmente apportare delle correzioni.

Rischio climatico e valutazione delle attività finanziarie / DI CLEMENTE, Annalisa. - (2024), pp. 49-92. - FINANCE & DEVELOPMENT. [10.53136/97912218123983].

Rischio climatico e valutazione delle attività finanziarie

Annalisa Di Clemente
2024

Abstract

Una sfida fondamentale per la politica consiste nel pianificare e plasmare il processo di transizione dell'economia verso un modello di produzione e di consumo sostenibile in modo da minimizzare le incertezze sul valore delle imprese evitando inutili perdite di benessere per la società nel suo insieme. È quindi fondamentale che i rischi derivanti dall'incertezza associata al processo di transizione verso un’economia green siano il più possibile trasparenti, quantificabili e gestibili. L'impatto dell'incertezza associata al processo di transizione colpisce tutti i partecipanti ai mercati finanziari, poiché i rischi per il valore delle imprese si riflettono direttamente nei rischi per tutte le attività finanziarie emesse dalle imprese stesse, come azioni, obbligazioni societarie, debiti e attività finanziarie ibride. Poiché tutte queste attività finanziarie sono a loro volta parte integrante di una vasta gamma di portafogli finanziari tra cui i fondi di investimento, i fondi pensione, le assicurazioni sulla vita e i portafogli di investitori privati, anche tutti questi portafogli sono esposti ai rischi di transizione energetica. L’attuale sfida per gli investitori e gli intermediari finanziari è quella di valutare in che misura le imprese siano in grado di adattarsi al processo di transizione e di tenerne conto nelle loro decisioni di investimento. Allo stesso tempo, per le banche centrali e le autorità di vigilanza è indispensabile comprendere l'impatto del processo di transizione sugli istituti finanziari che monitorano e sulla stabilità complessiva dei mercati finanziari. Alla luce di tali considerazioni, obiettivo del presente studio è analizzare i modelli utilizzati per la quantificazione del carbon transition risk assieme ai risultati empirici in merito all’esistenza e alla natura di un carbon premium o premio per il rischio di carbonio o, diversamente, di un premio di rendimento per l’investimento in azioni verdi (equity greenium). La rilevanza del tema è evidente anche in termini di scelte di policy. Quando le decisioni dei policy maker hanno come obiettivo la riduzione delle emissioni carboniche, l'introduzione di una tassa sul carbonio ha come fine quello di rendere costose e inefficienti le attività di business che danneggiano l'ambiente, riducendo così i flussi di capitali attuali e futuri verso le imprese inquinanti. L'esistenza di un equity greenium può allora essere la prova per il decisore politico che l'interesse degli investitori verso le società inquinanti e i rispettivi titoli azionari si sta riducendo e che i capitali si stanno indirizzando verso le imprese green. Allo stesso tempo, l’assenza di un premio di rendimento sul rischio carbonico evidenzia come le decisioni di policy dei regolatori non siano riuscite ad incidere sulla percezione del rischio degli investitori che non richiedono un premio di rendimento a copertura del maggiore rischio carbonico dell’investimento in imprese brown. L’esistenza di un premio per il rischio di carbonio indica sia l’interesse attuale degli operatori ad investire ancora in attività brown, che la necessità da parte delle imprese di compensare l’assunzione del rischio con livelli più alti di rendimento. E’ quindi evidente come la valutazione dell’esistenza e della natura di un premio legato al clima sul mercato finanziario possa permettere ai decisori di testare l’efficacia delle politiche climatiche poste in atto ed eventualmente apportare delle correzioni.
2024
Il ruolo della finanza sostenibile nel processo di transizione energetica globale
9791221812398
carbon premium; carbon beta; portafoglio BMG; performance dei portafogli green; indici ESG; gestione attiva di portafoglio
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Rischio climatico e valutazione delle attività finanziarie / DI CLEMENTE, Annalisa. - (2024), pp. 49-92. - FINANCE & DEVELOPMENT. [10.53136/97912218123983].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1710661
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