Empirical observation of the heavens was a relatively recent achievement of modern science, but of crucial importance, since - as noted - substituting the theoretical centrality of the Earth and figured the multidimensionalitàdell'universo. Specifically then perceptions, and to introduce our exploration of the heavens in the land between the duefiumi, remember that "cosmos" is a greek word, but we do not know exactly when and where he assumed the value of your order, nor to Celestial Order. This short essay will dunqueripercorre, former East, the oldest part of the tradition that has connected Babylon to Jerusalem two epicentridell'astronomia and ideology forecast near-eastern and some were not unknown to the orbit of Alexandria. On the other hand, the sky nostrum, ancient and vicinoorientale, also evokes the nocturnal atmosphere of the Arabian Nights, but by convention, tradition and fatal absence of other information, one of the first poetic separations cielodalla land can be backdated - with a good approximation - the drafting of the Poem of Creation, the Enuma Elish, then drawn at the time of Nebuchadnezzar I of Babylon (1124-1103 BC). The project would previstola production of a humanity in the service of the gods, and - according to ancient myths even more - the building dell'Esaghila, home of the Anunnaki, the six hundred gods of heaven and earth. In this division, the separation of the two units, thus takes the order of celestial life and his double, the human resting on a flat disk floating in the primordial ocean, and just finished from the edge that it would mark the stars.

L’osservazione empirica dei cieli fu una conquista relativamente recente delle scienze moderne, ma di cruciale importanza, poiché – come noto – sostituì alla centralità teorica e figurata della Terra la multidimensionalità dell’universo. Nello specifico poi delle percezioni, e per introdurre la nostra esplorazione dei cieli nella terra tra i due fiumi, è bene ricordare che “cosmo” è un termine greco, ma non sappiamo con esattezza quando e dove assunse il valore di ordine, né tantomeno quello di Ordine Celeste. Questo breve saggio intende dunque ripercorre, ex oriente, il tratto più antico di quella tradizione che ha connesso Babilonia a Gerusalemme, due epicentri dell’astronomia e dell’ideologia previsionale vicino-orientali che certo non furono ignoti all’orbita alessandrina. D’altronde, il cielo nostrum, antico e vicinoorientale, evoca anche le atmosfere notturne delle Mille e una notte, ma per convenzione, tradizione e fatale assenza di altre informazioni, una delle prime poetiche separazioni del cielo dalla terra può essere retrodatata – con una buona approssimazione – alla stesura del Poema della Creazione, l’Enuma Elish, redatto poi all’epoca di Nabucodonosor I di Babilonia (1124-1103 a.C.). Il progetto avrebbe previsto la produzione di un’umanità al servizio degli dei, e – secondo miti ancor più antichi – l’edificazione dell’Esaghila, dimora degli Anunnaki, le seicento divinità del cielo e della terra. In questa divisione, nella separazione delle due unità, prende dunque vita l’ordine celeste e il suo doppio, quello umano poggiato su un disco piatto, galleggiante sull’oceano primordiale, e finito solo dal limite che ne segnerebbero gli astri.

Prodromi di un’Eresia. Note metafisiche e temi iconografici per un’archeologia dei cieli mesopotamici, in Galluzzi, P. (ed.), Galileo. Immagini dell'Universo dall'antichità al telescopio, Firenze 2009, pp. 54-59 / Ramazzotti, Marco. - (2009), pp. 54-59.

Prodromi di un’Eresia. Note metafisiche e temi iconografici per un’archeologia dei cieli mesopotamici, in Galluzzi, P. (ed.), Galileo. Immagini dell'Universo dall'antichità al telescopio, Firenze 2009, pp. 54-59.

RAMAZZOTTI, Marco
2009

Abstract

Empirical observation of the heavens was a relatively recent achievement of modern science, but of crucial importance, since - as noted - substituting the theoretical centrality of the Earth and figured the multidimensionalitàdell'universo. Specifically then perceptions, and to introduce our exploration of the heavens in the land between the duefiumi, remember that "cosmos" is a greek word, but we do not know exactly when and where he assumed the value of your order, nor to Celestial Order. This short essay will dunqueripercorre, former East, the oldest part of the tradition that has connected Babylon to Jerusalem two epicentridell'astronomia and ideology forecast near-eastern and some were not unknown to the orbit of Alexandria. On the other hand, the sky nostrum, ancient and vicinoorientale, also evokes the nocturnal atmosphere of the Arabian Nights, but by convention, tradition and fatal absence of other information, one of the first poetic separations cielodalla land can be backdated - with a good approximation - the drafting of the Poem of Creation, the Enuma Elish, then drawn at the time of Nebuchadnezzar I of Babylon (1124-1103 BC). The project would previstola production of a humanity in the service of the gods, and - according to ancient myths even more - the building dell'Esaghila, home of the Anunnaki, the six hundred gods of heaven and earth. In this division, the separation of the two units, thus takes the order of celestial life and his double, the human resting on a flat disk floating in the primordial ocean, and just finished from the edge that it would mark the stars.
2009
Galluzzi, P. (ed.), Galileo. Immagini dell'Universo dall'antichità al telescopio Firenze 2009
9788809742321
L’osservazione empirica dei cieli fu una conquista relativamente recente delle scienze moderne, ma di cruciale importanza, poiché – come noto – sostituì alla centralità teorica e figurata della Terra la multidimensionalità dell’universo. Nello specifico poi delle percezioni, e per introdurre la nostra esplorazione dei cieli nella terra tra i due fiumi, è bene ricordare che “cosmo” è un termine greco, ma non sappiamo con esattezza quando e dove assunse il valore di ordine, né tantomeno quello di Ordine Celeste. Questo breve saggio intende dunque ripercorre, ex oriente, il tratto più antico di quella tradizione che ha connesso Babilonia a Gerusalemme, due epicentri dell’astronomia e dell’ideologia previsionale vicino-orientali che certo non furono ignoti all’orbita alessandrina. D’altronde, il cielo nostrum, antico e vicinoorientale, evoca anche le atmosfere notturne delle Mille e una notte, ma per convenzione, tradizione e fatale assenza di altre informazioni, una delle prime poetiche separazioni del cielo dalla terra può essere retrodatata – con una buona approssimazione – alla stesura del Poema della Creazione, l’Enuma Elish, redatto poi all’epoca di Nabucodonosor I di Babilonia (1124-1103 a.C.). Il progetto avrebbe previsto la produzione di un’umanità al servizio degli dei, e – secondo miti ancor più antichi – l’edificazione dell’Esaghila, dimora degli Anunnaki, le seicento divinità del cielo e della terra. In questa divisione, nella separazione delle due unità, prende dunque vita l’ordine celeste e il suo doppio, quello umano poggiato su un disco piatto, galleggiante sull’oceano primordiale, e finito solo dal limite che ne segnerebbero gli astri.
Galileo; Archeologia della Mesopotamia; Cosmogonia; arti divinatorie
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Prodromi di un’Eresia. Note metafisiche e temi iconografici per un’archeologia dei cieli mesopotamici, in Galluzzi, P. (ed.), Galileo. Immagini dell'Universo dall'antichità al telescopio, Firenze 2009, pp. 54-59 / Ramazzotti, Marco. - (2009), pp. 54-59.
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