La Mostra d’Oltremare che vediamo oggi è l’esito di un lungo processo di trasformazioni e stratificazioni, distruzioni e ricostruzioni, che arrivano a coincidere con la sua stessa storia. Le radici coloniali, i danneggiamenti bellici, le speculazioni sono altrettante tappe di un lungo e perdurante processo di rimozioni e censure, che sono state ogni volta il preludio a successive rinascite. Ribaltando l’ordine gerarchico, questo universo pluralista apre la strada a un aggiornamento della disciplina, in cui l’assenza – materialmente predisposta – definisce nuovi confini del progetto. Diverso dal presente, il futuro della Mostra, per mezzo del progetto, non invoca una progressione, probabilmente impossibile, seppur concretamente pensabile. Tale futuro in cui le immagini verranno è composto da coesistenze, da nuovi dettagli in cui l’architettura si presenta quale dispositivo che tra le sue ragioni tiene «aperto l’imprevedibile».
Disabitare / Bologna, Alberto; Casavecchia, Lorenzo; Frediani, Daniele; Giancotti, Alfonso; Moschetti, Vincenzo; Mucciolo, Laura; Ortenzi, Erika; PADOA SCHIOPPA, Caterina; Piscopo, Roberta; Reale, Luca; Ricciardi, Claudia; Talone, Alex. - (2024), pp. 187-190.
Disabitare
Alberto Bologna;Lorenzo Casavecchia;Daniele Frediani;Alfonso Giancotti;Vincenzo Moschetti;Laura Mucciolo;Caterina Padoa Schioppa;Luca Reale;Claudia Ricciardi;
2024
Abstract
La Mostra d’Oltremare che vediamo oggi è l’esito di un lungo processo di trasformazioni e stratificazioni, distruzioni e ricostruzioni, che arrivano a coincidere con la sua stessa storia. Le radici coloniali, i danneggiamenti bellici, le speculazioni sono altrettante tappe di un lungo e perdurante processo di rimozioni e censure, che sono state ogni volta il preludio a successive rinascite. Ribaltando l’ordine gerarchico, questo universo pluralista apre la strada a un aggiornamento della disciplina, in cui l’assenza – materialmente predisposta – definisce nuovi confini del progetto. Diverso dal presente, il futuro della Mostra, per mezzo del progetto, non invoca una progressione, probabilmente impossibile, seppur concretamente pensabile. Tale futuro in cui le immagini verranno è composto da coesistenze, da nuovi dettagli in cui l’architettura si presenta quale dispositivo che tra le sue ragioni tiene «aperto l’imprevedibile».File | Dimensione | Formato | |
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