Sono lieta di poter partecipare a questo incontro dove tutto mi è familiare poiché da tempo sono interessata all’approccio turistico, oltre che linguistico, dei riti processionali della Settimana Santa spagnola e siciliana e sono stata relatrice di diverse tesi di laurea sull’argomento [Le Sacre Vie: Percorsi tra fede, arte e folklore. Itinerario per turisti spagnoli sulla Settimana Santa nella provincia di Trapani. Itinerario turístico Jacobeo en Sicilia (Blog personale «Tesis: Consejos útiles»)]; inoltre, provengo da Valladolid, città fortemente legata a Francavilla Fontana in questo bellissimo progetto chiamato Radici comuni nel Mediterraneo. Oggi volevo accennarvi qualcosa su alcune particolarità lessicali tratte dallo studio che ho intrapreso insieme a Maria Eugenia MOBILIA, scrittrice nonché docente di greco all’Università Pontificia di Messina, sulle particolarità lessicali della Settimana Santa tra le due sponde del Mediterraneo: 1° Babbaluci: Localismo messinese. Babai- Contiene la radice del verbo greco baino ‘procedere, andare avanti...’. In Sicilia le lumache vengono chiamate babaluci ‘che procedono lentamente’. -leukos ‘luce, splendore, bianco’. Quindi, uomini vestiti di bianco che procedevano lentamente con lamenti ed espressioni di dolore. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Babalú Ayé ‘San Lazaro, avvocato della peste, delle malattie’(Cuba, santería). 2° Babbamusci: Localismo pugliese. Babai- Contiene la radice del verbo greco baino ‘procedere, andare avanti...’. -miuo ‘stare chiusi, serrati, occhi serrati’; -miusci ‘ferita, divino flagello’. Quindi, uomini vestiti di bianco che procedevano lentamente con lamenti e con occhi serrati provocandosi delle ferite. 3° Casazze: Localismo trapanese. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Deriva dalle antiche casazas. Il suffisso -azo/-aza è proprio della lingua spagnola. 4° Ciaccula: Localismo trapanese. Strumento composto da due pezzi di legno mobili che sbattono su un terzo legno fisso. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Ispirato alle troccole che riproducono lo stesso rumore delle castañuelas. In sostanza, vorrei sottolineare il mio interesse in questo progetto che fa leva su tutto quello che riguarda le nostre tradizioni popolari ancestrali, vive adesso più che mai, senza dimenticare il valore spirituale di cui sono veicolo. Questi termini sono intrisi di fervore religioso, sono metafora di preghiera e di fede e non voglio concludere questo mio intervento senza citare una mistica calabrese dei nostri giorni, Natuzza Evolo, che affermava in un’intervista che «durante le processioni è sempre presente la madre di Gesù e concede grazie a qui, dei presenti, gliene chiede». Grazie

«Analogías léxicas en el rito procesional de la Semana Santa a ambos lados del Mediterráneo» / Teran, Villagra. - (2021). (Intervento presentato al convegno Convegno online in diretta streaming «Radici comuni nel Mediterraneo: i Riti della Settimana Santa tra Tarragona, Messina e Francavilla Fontana (Br)» tenutosi a Tarragona, Messina e Francavilla Fontana (Br)).

«Analogías léxicas en el rito procesional de la Semana Santa a ambos lados del Mediterráneo»

Villagra Teran
2021

Abstract

Sono lieta di poter partecipare a questo incontro dove tutto mi è familiare poiché da tempo sono interessata all’approccio turistico, oltre che linguistico, dei riti processionali della Settimana Santa spagnola e siciliana e sono stata relatrice di diverse tesi di laurea sull’argomento [Le Sacre Vie: Percorsi tra fede, arte e folklore. Itinerario per turisti spagnoli sulla Settimana Santa nella provincia di Trapani. Itinerario turístico Jacobeo en Sicilia (Blog personale «Tesis: Consejos útiles»)]; inoltre, provengo da Valladolid, città fortemente legata a Francavilla Fontana in questo bellissimo progetto chiamato Radici comuni nel Mediterraneo. Oggi volevo accennarvi qualcosa su alcune particolarità lessicali tratte dallo studio che ho intrapreso insieme a Maria Eugenia MOBILIA, scrittrice nonché docente di greco all’Università Pontificia di Messina, sulle particolarità lessicali della Settimana Santa tra le due sponde del Mediterraneo: 1° Babbaluci: Localismo messinese. Babai- Contiene la radice del verbo greco baino ‘procedere, andare avanti...’. In Sicilia le lumache vengono chiamate babaluci ‘che procedono lentamente’. -leukos ‘luce, splendore, bianco’. Quindi, uomini vestiti di bianco che procedevano lentamente con lamenti ed espressioni di dolore. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Babalú Ayé ‘San Lazaro, avvocato della peste, delle malattie’(Cuba, santería). 2° Babbamusci: Localismo pugliese. Babai- Contiene la radice del verbo greco baino ‘procedere, andare avanti...’. -miuo ‘stare chiusi, serrati, occhi serrati’; -miusci ‘ferita, divino flagello’. Quindi, uomini vestiti di bianco che procedevano lentamente con lamenti e con occhi serrati provocandosi delle ferite. 3° Casazze: Localismo trapanese. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Deriva dalle antiche casazas. Il suffisso -azo/-aza è proprio della lingua spagnola. 4° Ciaccula: Localismo trapanese. Strumento composto da due pezzi di legno mobili che sbattono su un terzo legno fisso. RIFERIMENTO ALLA LINGUA SPAGNOLA: Ispirato alle troccole che riproducono lo stesso rumore delle castañuelas. In sostanza, vorrei sottolineare il mio interesse in questo progetto che fa leva su tutto quello che riguarda le nostre tradizioni popolari ancestrali, vive adesso più che mai, senza dimenticare il valore spirituale di cui sono veicolo. Questi termini sono intrisi di fervore religioso, sono metafora di preghiera e di fede e non voglio concludere questo mio intervento senza citare una mistica calabrese dei nostri giorni, Natuzza Evolo, che affermava in un’intervista che «durante le processioni è sempre presente la madre di Gesù e concede grazie a qui, dei presenti, gliene chiede». Grazie
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1709228
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