Il pensiero di Antonio Rosmini dal punto di vista politico è una riflesione sul senso e significato delle costitzioni moderne a partire dal modello di quelle uscite dalle formulazioni dei rivoluzionari francesi e americani. Considerazndo il fallimento del tipo di costituzione orientata a dare un primato all'assemblea legislativa, troppo inclinata a offrire un potere assolto e dispotico al legislativo, e contro i modelli tradizionalisti che escludono parte della società dal sistema della rapppresentanza, Rosmini cerca di mediare fra il suffragio universale del popolo e la diversità dei ceti sociali, mantenendo una distinzione fra la rappresentanza degli interessi, variabili e ormai inseriti nel sistema della mobilità sociale del capitalismo indstriale, e la rappresetanza dei diritti naturali e di ragione, che trova attivi tutti i cittadini. Di qui la sua idea di considerare fine della politica l'appagamento degli animi degli individui legando la sostanza della socità agli accidenti (beni meteriali e di conumo) operando una una unione fra la facoltà di pensare e la facoltà di astrarre, che tiene uniti il bene comune coi beni particolari.
Storia, politica e costituzione in Antonio Rosmini. Considerazioni intorno a Della naturale costituzione della società civile (1827-1848) / Armellini, Paolo. - (2024), pp. 36-59.
Storia, politica e costituzione in Antonio Rosmini. Considerazioni intorno a Della naturale costituzione della società civile (1827-1848)
Paolo Armellini
2024
Abstract
Il pensiero di Antonio Rosmini dal punto di vista politico è una riflesione sul senso e significato delle costitzioni moderne a partire dal modello di quelle uscite dalle formulazioni dei rivoluzionari francesi e americani. Considerazndo il fallimento del tipo di costituzione orientata a dare un primato all'assemblea legislativa, troppo inclinata a offrire un potere assolto e dispotico al legislativo, e contro i modelli tradizionalisti che escludono parte della società dal sistema della rapppresentanza, Rosmini cerca di mediare fra il suffragio universale del popolo e la diversità dei ceti sociali, mantenendo una distinzione fra la rappresentanza degli interessi, variabili e ormai inseriti nel sistema della mobilità sociale del capitalismo indstriale, e la rappresetanza dei diritti naturali e di ragione, che trova attivi tutti i cittadini. Di qui la sua idea di considerare fine della politica l'appagamento degli animi degli individui legando la sostanza della socità agli accidenti (beni meteriali e di conumo) operando una una unione fra la facoltà di pensare e la facoltà di astrarre, che tiene uniti il bene comune coi beni particolari.File | Dimensione | Formato | |
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