L'arrivo dal Friuli a Roma, nel 1950, rappresentò per Pasolini un indubbio momento di svolta anche dal punto di vista della narrazione spaziale, con l'interferenza di immagini e suggestioni visive del tutto nuove e sorprendenti. Alle spalle di queste immagini esistevano però scenari paesaggistici che egli non poté cancellare con un colpo di spugna; piuttosto li fece precipitare verso una geografia urbana più complessa e inafferrabile, dentro quella Roma “malandrina” che gli apparve contemporaneamente come "la città più brutta del mondo" e "un vero trauma" di bellezza. Partendo da questa premessa, dunque, il saggio analizza le interferenze dell'immaginario friulano nella rappresentazione delle periferie romane nell'opera di Pasolini.
Paesaggi friulani e periferie romane nella narrativa di Pier Paolo Pasolini / Nisini, Giorgio. - (2016), pp. 67-74.
Paesaggi friulani e periferie romane nella narrativa di Pier Paolo Pasolini
Giorgio Nisini
2016
Abstract
L'arrivo dal Friuli a Roma, nel 1950, rappresentò per Pasolini un indubbio momento di svolta anche dal punto di vista della narrazione spaziale, con l'interferenza di immagini e suggestioni visive del tutto nuove e sorprendenti. Alle spalle di queste immagini esistevano però scenari paesaggistici che egli non poté cancellare con un colpo di spugna; piuttosto li fece precipitare verso una geografia urbana più complessa e inafferrabile, dentro quella Roma “malandrina” che gli apparve contemporaneamente come "la città più brutta del mondo" e "un vero trauma" di bellezza. Partendo da questa premessa, dunque, il saggio analizza le interferenze dell'immaginario friulano nella rappresentazione delle periferie romane nell'opera di Pasolini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.