The ancient and symbolic relationship of the Walls of Rome with the theme of the sacred occurs through the existence of a pomerium. Among the Romans, this was considered the space of sacred, building-free land that ran along the city walls internally and externally, its purpose originally being military and religious. This symbolic function, which seems to have never ceased, was recognized by ancient communities as complementary to the territorial and religious one. In the stretch of the Aurelian Walls that goes from Porta Latina to Porta San Paolo passing through Porta San Sebastiano, interesting dissonances coexist in a sort of spatial oxymoron: military architecture hybridizes with cemetery spaces, reconverted industries look at the rationalist architecture of Libera and Piacentini , the city wall finds its double in the iron network. The use of the underground can then represent a potential for the contemporary city: where space above ground is missing or lacking, the possibility of inserting new collective places underground creates opportunities for urban redevelopment. In a city that no longer expands infinitely, that cannot grow disproportionately, it is necessary to rethink the thickness of the soil and subsoil.

Il rapporto antico e simbolico delle Mura di Roma con il tema del sacro avviene tramite l’esistenza di un pomerio. Presso i Romani, questo era considerato lo spazio di terreno sacro e libero da costruzioni che correva lungo le Mura della città all’interno e all’estero, il suo scopo era originariamente militare e religioso. Tale funzione simbolica, che sembra non essere mai venuta meno, era riconosciuta dalle comunità antiche come complementare a quella territoriale e religiosa. Nel tratto delle Mura Aureliane che va da Porta Latina a Porta San Paolo passando per Porta San Sebastiano, convivono in una sorta di ossimoro spaziale interessanti dissonanze: architetture militari si ibridano con gli spazi cimiteriali, le industrie riconvertite guardano le architetture razionaliste di Libera e Piacentini, la cinta muraria trova il suo doppio nella rete del ferro. L’uso del sottosuolo può allora rappresentare una potenzialità per la città contemporanea: laddove manca o è carente lo spazio fuori terra, la possibilità di inserire nuovi luoghi collettivi nel sottosuolo crea occasioni di riqualificazione urbana. In una città che non si espande più all’infinito, che non può crescere a dismisura, occorre ripensare lo spessore del suolo e del sottosuolo.

Le mura e il sacro. Tracciati sopra e sottosuolo lungo l'anello / Salimei, Guendalina. - (2024), pp. 144-149. - DIAP PRINT.

Le mura e il sacro. Tracciati sopra e sottosuolo lungo l'anello.

guendalina salimei
2024

Abstract

The ancient and symbolic relationship of the Walls of Rome with the theme of the sacred occurs through the existence of a pomerium. Among the Romans, this was considered the space of sacred, building-free land that ran along the city walls internally and externally, its purpose originally being military and religious. This symbolic function, which seems to have never ceased, was recognized by ancient communities as complementary to the territorial and religious one. In the stretch of the Aurelian Walls that goes from Porta Latina to Porta San Paolo passing through Porta San Sebastiano, interesting dissonances coexist in a sort of spatial oxymoron: military architecture hybridizes with cemetery spaces, reconverted industries look at the rationalist architecture of Libera and Piacentini , the city wall finds its double in the iron network. The use of the underground can then represent a potential for the contemporary city: where space above ground is missing or lacking, the possibility of inserting new collective places underground creates opportunities for urban redevelopment. In a city that no longer expands infinitely, that cannot grow disproportionately, it is necessary to rethink the thickness of the soil and subsoil.
2024
Le mura di Roma. Una infrastruttura culturale ed ecologica per la città contemporanea
978-88-229-2088-1
Il rapporto antico e simbolico delle Mura di Roma con il tema del sacro avviene tramite l’esistenza di un pomerio. Presso i Romani, questo era considerato lo spazio di terreno sacro e libero da costruzioni che correva lungo le Mura della città all’interno e all’estero, il suo scopo era originariamente militare e religioso. Tale funzione simbolica, che sembra non essere mai venuta meno, era riconosciuta dalle comunità antiche come complementare a quella territoriale e religiosa. Nel tratto delle Mura Aureliane che va da Porta Latina a Porta San Paolo passando per Porta San Sebastiano, convivono in una sorta di ossimoro spaziale interessanti dissonanze: architetture militari si ibridano con gli spazi cimiteriali, le industrie riconvertite guardano le architetture razionaliste di Libera e Piacentini, la cinta muraria trova il suo doppio nella rete del ferro. L’uso del sottosuolo può allora rappresentare una potenzialità per la città contemporanea: laddove manca o è carente lo spazio fuori terra, la possibilità di inserire nuovi luoghi collettivi nel sottosuolo crea occasioni di riqualificazione urbana. In una città che non si espande più all’infinito, che non può crescere a dismisura, occorre ripensare lo spessore del suolo e del sottosuolo.
Mura; Roma, sottosuolo; sacro; Pomerio; progetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le mura e il sacro. Tracciati sopra e sottosuolo lungo l'anello / Salimei, Guendalina. - (2024), pp. 144-149. - DIAP PRINT.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1708212
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