Le origini storiche della conservazione, intesa quale esigenza di mantenere e trasmettere al futuro gli antichi manufatti, così come ci sono pervenuti, nella loro integrità e originalità materiale, risalgono già ad alcune forme di collezionismo del passato, ma assumono maggiore chiarezza e coscienza storica nell’età della Controriforma, non a caso in relazione al rinnovato culto delle reliquie. Si datano a quei tempi, fra Cinque e Seicento, con riferimento a personaggi di formazione letteraria e non artistica, i primi casi di attenta, reale conservazione di beni o frammenti architettonici, non per ragioni d’uso o economiche, ma per riguardo alla loro “veneranda antichità”. Non recupero a fini pratici, quindi, né volontà di rinnovo o d’adeguamento ai canoni estetici del tempo, ma rispetto e vera tutela. Alle soglie del XIX secolo tali anticipazioni conservative assumono maggiore rigore e chiarezza. La conservazione e il restauro, modernamente intesi, tendono a confluire in un tipo d’attività che assume su di sé la volontà e la responsabilità della perpetuazione delle testimonianze storico-artistiche, i cosiddetti “monumenti”, del passato. Oggi hanno parte preminente le operazioni di carattere strettamente conservativo, tese a preservare dal deperimento i materiali che concorrono alla costituzione fisica delle opere. In questo senso il restauro dei monumenti è da intendersi come disciplina che gode d’un fondamento storico-critico, sostanziato dagli apporti delle tecniche di analisi, rilevamento, rappresentazione grafica e, più propriamente, costruttive, oltre che delle scienze fisiche e chimiche. Tali apporti non dovranno mai costituire un’inerte sommatoria di competenze specialistiche, ma troveranno unità espressiva e concettuale in una soluzione anche estetica del problema, da perseguire con le modalità proprie del linguaggio architettonico. È anche utile ribadire lo stretto legame che unisce, nel restauro, la tecnica al fondamento storico-critico, per cui la prima non potrà mai costituire una variabile indipendente, ma dovrà sempre confrontarsi con i “valori” di cui il monumento è portatore e ricondursi entro i binari delineati dall’indagine storica.

Orientamenti teorici e di metodo nel restauro / Carbonara, Giovanni. - STAMPA. - (2009), pp. 15-41.

Orientamenti teorici e di metodo nel restauro

CARBONARA, Giovanni
2009

Abstract

Le origini storiche della conservazione, intesa quale esigenza di mantenere e trasmettere al futuro gli antichi manufatti, così come ci sono pervenuti, nella loro integrità e originalità materiale, risalgono già ad alcune forme di collezionismo del passato, ma assumono maggiore chiarezza e coscienza storica nell’età della Controriforma, non a caso in relazione al rinnovato culto delle reliquie. Si datano a quei tempi, fra Cinque e Seicento, con riferimento a personaggi di formazione letteraria e non artistica, i primi casi di attenta, reale conservazione di beni o frammenti architettonici, non per ragioni d’uso o economiche, ma per riguardo alla loro “veneranda antichità”. Non recupero a fini pratici, quindi, né volontà di rinnovo o d’adeguamento ai canoni estetici del tempo, ma rispetto e vera tutela. Alle soglie del XIX secolo tali anticipazioni conservative assumono maggiore rigore e chiarezza. La conservazione e il restauro, modernamente intesi, tendono a confluire in un tipo d’attività che assume su di sé la volontà e la responsabilità della perpetuazione delle testimonianze storico-artistiche, i cosiddetti “monumenti”, del passato. Oggi hanno parte preminente le operazioni di carattere strettamente conservativo, tese a preservare dal deperimento i materiali che concorrono alla costituzione fisica delle opere. In questo senso il restauro dei monumenti è da intendersi come disciplina che gode d’un fondamento storico-critico, sostanziato dagli apporti delle tecniche di analisi, rilevamento, rappresentazione grafica e, più propriamente, costruttive, oltre che delle scienze fisiche e chimiche. Tali apporti non dovranno mai costituire un’inerte sommatoria di competenze specialistiche, ma troveranno unità espressiva e concettuale in una soluzione anche estetica del problema, da perseguire con le modalità proprie del linguaggio architettonico. È anche utile ribadire lo stretto legame che unisce, nel restauro, la tecnica al fondamento storico-critico, per cui la prima non potrà mai costituire una variabile indipendente, ma dovrà sempre confrontarsi con i “valori” di cui il monumento è portatore e ricondursi entro i binari delineati dall’indagine storica.
2009
Restauro e tecnologie in architettura
9788843048137
teoria; restauro; architettura
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Orientamenti teorici e di metodo nel restauro / Carbonara, Giovanni. - STAMPA. - (2009), pp. 15-41.
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