Il sistema amministrativo italiano è uno degli ambiti di azione pubblica nei quali è interessante indagare le conseguenze derivanti dalla crisi pandemica da Sars-Cov-2, rispetto alla necessità di rivedere gli assetti organizzativi e le modalità operative degli apparati pubblici, proprio in conseguenza delle limitazioni di movimento imposte dalle misure di contenimento del contagio. La generale impreparazione mostrata dal nostro Paese nella gestione del rischio epidemiologico è da attribuire sostanzialmente alle molteplici lacune della pianificazione d’emergenza, che confermano “un incoerente o inconsistente disegno di policy” di sistema (Capano 2020, 329); un persistente conflitto inter-istituzionale tra governo centrale e regioni, nonché un massivo ricorso a saperi esperti e task forces che hanno condizionato il processo decisionale con ritardi e inefficienze fin dalle primissime settimane; mentre “la debole capacità amministrativa di uno Stato” (ibidem) può spiegare le criticità di erogazione, ad esempio, delle misure di sostegno adottate per il settore economico. A quali fattori possono essere ricondotte, invece, le diverse modalità organizzative adottate dalle singole amministrazioni per continuare a garantire l’erogazione di servizi pubblici ai cittadini anche in periodo di lockdown generalizzato? La non omogenea diffusione della pratica di lavoro da remoto e della digitalizzazione degli apparati non può essere liquidata come un generico fallimento dei processi di riforma amministrativa degli ultimi decenni (Bassanini 2009; Di Mascio & Natalini; Franceschetti 2012), ancor più se l’obiettivo è indagare che possibilità hanno, queste leve di innovazione organizzativa, di costituire la “nuova normalità” della pubblica amministrazione italiana nel futuro post-Covid.
Il lavoro agile nella PA come “nuova normalità” dopo la crisi pandemica. L’esperienza dell’Agenzia delle Entrate / Franceschetti, Laura. - (2022), pp. 191-204. [10.13133/9788893772112].
Il lavoro agile nella PA come “nuova normalità” dopo la crisi pandemica. L’esperienza dell’Agenzia delle Entrate
laura franceschettiPrimo
Writing – Original Draft Preparation
2022
Abstract
Il sistema amministrativo italiano è uno degli ambiti di azione pubblica nei quali è interessante indagare le conseguenze derivanti dalla crisi pandemica da Sars-Cov-2, rispetto alla necessità di rivedere gli assetti organizzativi e le modalità operative degli apparati pubblici, proprio in conseguenza delle limitazioni di movimento imposte dalle misure di contenimento del contagio. La generale impreparazione mostrata dal nostro Paese nella gestione del rischio epidemiologico è da attribuire sostanzialmente alle molteplici lacune della pianificazione d’emergenza, che confermano “un incoerente o inconsistente disegno di policy” di sistema (Capano 2020, 329); un persistente conflitto inter-istituzionale tra governo centrale e regioni, nonché un massivo ricorso a saperi esperti e task forces che hanno condizionato il processo decisionale con ritardi e inefficienze fin dalle primissime settimane; mentre “la debole capacità amministrativa di uno Stato” (ibidem) può spiegare le criticità di erogazione, ad esempio, delle misure di sostegno adottate per il settore economico. A quali fattori possono essere ricondotte, invece, le diverse modalità organizzative adottate dalle singole amministrazioni per continuare a garantire l’erogazione di servizi pubblici ai cittadini anche in periodo di lockdown generalizzato? La non omogenea diffusione della pratica di lavoro da remoto e della digitalizzazione degli apparati non può essere liquidata come un generico fallimento dei processi di riforma amministrativa degli ultimi decenni (Bassanini 2009; Di Mascio & Natalini; Franceschetti 2012), ancor più se l’obiettivo è indagare che possibilità hanno, queste leve di innovazione organizzativa, di costituire la “nuova normalità” della pubblica amministrazione italiana nel futuro post-Covid.File | Dimensione | Formato | |
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