La poesia di Zanzotto è stata sempre alimentata da una riflessione sull’ambiente dei media, individuandone i flussi informazionali, le ibridazioni tra vecchi e nuovi supporti, e soprattutto le metafore strutturali originate dalla mediamorfosi. Questo non solo per la sua partecipazione alle produzioni dell’industria culturale, per esempio collaborando con Fellini. Nel flusso sensoriale e informazionale dei media come si colloca l’esperienza poetica di Zanzotto? Quale controcampo costruisce la poesia rispetto al’ambiente dei media (vuoi ironico, vuoi amaro)? Identiificando le correnti sensoriali e percettive che ci trapassano nella mediamorfosi collocandoci in una visione “schermica”, Zanzotto crea un controambiente , costruendo un paesaggio della ciclicità stagionale, soggetto sempre di più all’arsura, al prosciugamento, allo stridore dei suoi linguaggi, a partire da "Meteo". Alcuni microelementi segnalano una forma di resistenza, almeno nel sensorio, ma non impediscono il progressivo immicrobirsi dell’io, la sua “spazializzazione” in un “CI. E nel divenire fascio percettivo disperso tra i segni minimali del paesaggio (Ligonas, il pero, i topinambour,)., il paesaggio mediatico è intesssuto di ironia e di cortocircuiti da “poetiche lampo”, in conglomerati di frammenti saldati all’ingrosso, in conglomerati eterogenei. ma per una posizione né strenuamente apocalittica, né ottimisticamente integrata nella valutazione e sperimentazione dei contesti mediali; e per la costruzioni di nuovi e originali “media” poetici, in grado di creare un controcampo artistico alla proliferazione di stereoptipi di comunicazione.
Zanzotto e il paesaggio dei media / Capaldi, Donatella. - (2024), pp. 101-118.
Zanzotto e il paesaggio dei media
Donatella Capaldi
Writing – Original Draft Preparation
2024
Abstract
La poesia di Zanzotto è stata sempre alimentata da una riflessione sull’ambiente dei media, individuandone i flussi informazionali, le ibridazioni tra vecchi e nuovi supporti, e soprattutto le metafore strutturali originate dalla mediamorfosi. Questo non solo per la sua partecipazione alle produzioni dell’industria culturale, per esempio collaborando con Fellini. Nel flusso sensoriale e informazionale dei media come si colloca l’esperienza poetica di Zanzotto? Quale controcampo costruisce la poesia rispetto al’ambiente dei media (vuoi ironico, vuoi amaro)? Identiificando le correnti sensoriali e percettive che ci trapassano nella mediamorfosi collocandoci in una visione “schermica”, Zanzotto crea un controambiente , costruendo un paesaggio della ciclicità stagionale, soggetto sempre di più all’arsura, al prosciugamento, allo stridore dei suoi linguaggi, a partire da "Meteo". Alcuni microelementi segnalano una forma di resistenza, almeno nel sensorio, ma non impediscono il progressivo immicrobirsi dell’io, la sua “spazializzazione” in un “CI. E nel divenire fascio percettivo disperso tra i segni minimali del paesaggio (Ligonas, il pero, i topinambour,)., il paesaggio mediatico è intesssuto di ironia e di cortocircuiti da “poetiche lampo”, in conglomerati di frammenti saldati all’ingrosso, in conglomerati eterogenei. ma per una posizione né strenuamente apocalittica, né ottimisticamente integrata nella valutazione e sperimentazione dei contesti mediali; e per la costruzioni di nuovi e originali “media” poetici, in grado di creare un controcampo artistico alla proliferazione di stereoptipi di comunicazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.