Un recente report di Confartigianato sul livello di efficienza degli enti pubblici riporta che nel 2022 l’Italia è al 24° posto tra i Paesi dell’Unione europea per il grado di soddisfazione dei cittadini verso i servizi della PA, e addirittura al 26° per la fiducia che i nostri connazionali ripongono nella Pubblica Amministrazione. A questa bassa qualità dei servizi pubblici si aggiunge poi uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali. Anche nell’amministrare i fondi del PNRR l'apparato burocratico del nostro Paese sembra essere più un ostacolo che non un agente di modernizzazione. Perché le amministrazioni pubbliche sono così inefficienti? Come si configurano i rapporti di potere tra politica e amministrazione nei processi decisionali? Quali strumenti analitici ci permettono di mettere a fuoco queste relazioni? Studiare le amministrazioni nell'ambito dei processi di formazione del consenso e delle decisioni pubbliche, del rapporto tra Stato e economia e del funzionamento delle istituzioni statali significa riportarle all’interno del discorso più generale sullo Stato e il potere, andando oltre l'approccio della sociologia organizzativa (che si è soffermata sulle caratteristiche disfunzionali della stessa e sulle dinamiche di conflitto o inerziali che ne condizionano le prospettive di mutamento). Risultano più utili, a tal fine, l’angolazione delle politiche pubbliche e il concetto di implementazione e considerare il passaggio fra le prime due fasi storiche (lo Stato liberale prima, lo Stato del welfare keynesiano poi) e la neoliberalizzazione, che ha provocato delle conseguenze rilevanti anche per quanto riguarda le amministrazioni e i loro rapporti con la dimensione politica delle strutture e delle azioni pubbliche.
Le amministrazioni pubbliche contemporanee / Franceschetti, Laura. - (2024), pp. 171-182.
Le amministrazioni pubbliche contemporanee
Laura Franceschetti
2024
Abstract
Un recente report di Confartigianato sul livello di efficienza degli enti pubblici riporta che nel 2022 l’Italia è al 24° posto tra i Paesi dell’Unione europea per il grado di soddisfazione dei cittadini verso i servizi della PA, e addirittura al 26° per la fiducia che i nostri connazionali ripongono nella Pubblica Amministrazione. A questa bassa qualità dei servizi pubblici si aggiunge poi uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali. Anche nell’amministrare i fondi del PNRR l'apparato burocratico del nostro Paese sembra essere più un ostacolo che non un agente di modernizzazione. Perché le amministrazioni pubbliche sono così inefficienti? Come si configurano i rapporti di potere tra politica e amministrazione nei processi decisionali? Quali strumenti analitici ci permettono di mettere a fuoco queste relazioni? Studiare le amministrazioni nell'ambito dei processi di formazione del consenso e delle decisioni pubbliche, del rapporto tra Stato e economia e del funzionamento delle istituzioni statali significa riportarle all’interno del discorso più generale sullo Stato e il potere, andando oltre l'approccio della sociologia organizzativa (che si è soffermata sulle caratteristiche disfunzionali della stessa e sulle dinamiche di conflitto o inerziali che ne condizionano le prospettive di mutamento). Risultano più utili, a tal fine, l’angolazione delle politiche pubbliche e il concetto di implementazione e considerare il passaggio fra le prime due fasi storiche (lo Stato liberale prima, lo Stato del welfare keynesiano poi) e la neoliberalizzazione, che ha provocato delle conseguenze rilevanti anche per quanto riguarda le amministrazioni e i loro rapporti con la dimensione politica delle strutture e delle azioni pubbliche.| File | Dimensione | Formato | |
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