I ruderi delle grandi residenze extraurbane del Lazio antico sono frammenti di contesti architettonici in origine più estesi e fino ad oggi ancora poco noti. Un recente progetto di ricerca ha permesso di realizzare il loro censimento sistematico e, dove le condizioni di conservazione lo hanno consentito, la loro lettura stratigrafica e una proposta di integrazione dei frammenti conservati. Ciò ha permesso di definire una prima tipologia di questi edifici e un tentativo di identificazione delle matrici culturali e delle tradizioni architettoniche cui essi hanno fatto riferimento. Una prima classe di edifici extraurbani sembra dedicata prevalentemente alla produzione e appare strutturata secondo i canoni dell’edilizia domestica urbana attestati fin dall’età arcaica. A partire dal 100 a.C. circa si affianca ad essa una seconda classe ancora strettamente legata allo sfruttamento agrario ma di dimensioni maggiori che adotta modelli architettonici di diretta ascendenza “regia” ellenistica. Emerge così un quadro generale diverso da quello tradizionalmente accolto (ville produttive-ville d’ozio/marittime) e che non prevede una diversa organizzazione degli spazi e dei loro arredi tra ville dell’entroterra e costiere. Il contributo intende presentare metodologia, procedura e primi risultati di questa ricerca estendendo l’analisi al di fuori del Lazio anche ad alcuni edifici di area campana.

Villae. L'architettura dell'aristocrazia tardorepubblicana / Squartini, Nicolo'. - (2024). (Intervento presentato al convegno Seminario della Scuola di Dottorato in Archeologia - XI Edizione tenutosi a Roma; Italia).

Villae. L'architettura dell'aristocrazia tardorepubblicana

squartini
2024

Abstract

I ruderi delle grandi residenze extraurbane del Lazio antico sono frammenti di contesti architettonici in origine più estesi e fino ad oggi ancora poco noti. Un recente progetto di ricerca ha permesso di realizzare il loro censimento sistematico e, dove le condizioni di conservazione lo hanno consentito, la loro lettura stratigrafica e una proposta di integrazione dei frammenti conservati. Ciò ha permesso di definire una prima tipologia di questi edifici e un tentativo di identificazione delle matrici culturali e delle tradizioni architettoniche cui essi hanno fatto riferimento. Una prima classe di edifici extraurbani sembra dedicata prevalentemente alla produzione e appare strutturata secondo i canoni dell’edilizia domestica urbana attestati fin dall’età arcaica. A partire dal 100 a.C. circa si affianca ad essa una seconda classe ancora strettamente legata allo sfruttamento agrario ma di dimensioni maggiori che adotta modelli architettonici di diretta ascendenza “regia” ellenistica. Emerge così un quadro generale diverso da quello tradizionalmente accolto (ville produttive-ville d’ozio/marittime) e che non prevede una diversa organizzazione degli spazi e dei loro arredi tra ville dell’entroterra e costiere. Il contributo intende presentare metodologia, procedura e primi risultati di questa ricerca estendendo l’analisi al di fuori del Lazio anche ad alcuni edifici di area campana.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1704366
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