Bruno Maderna è stato uno dei più accesi e convinti protagonisti delle avanguardie musicali, anche se ha trovato un equilibrio tutto suo per dar corso a quell'urgenza del nuovo che condivideva con tanti altri musicisti della sua generazione. Le peculiarità della sua esperienza possono essere riassunte in una formula, "l'umanesimo possibile", che nel corso del saggio viene esplorata nelle sue molteplici implicazioni; a partire dal presupposto che nella sua concezione del far musica l'accento è posto soprattutto sul fare, e cioè sulla dimensione performativa. Questo non significa che Maderna fosse un compositore guidato dal puro istinto e poco incline alla riflessione teorica: lo studio dei suoi schizzi e dei suoi materiali di lavoro dimostra infatti che egli era in grado di sottoporre la sua straordinaria musicalità a un esercizio di disciplina e rigore davvero sorprendenti, anche se il suo virtuosimo non sconfina mai nel puro tecnicismo o nel gioco dell'automatismo. Le tecniche utilizzate nella musica seriale degli anni Cinquanta vengono messe in relazione con le partiture della sua ultima stagione creativa caratterizzate da una scrittura musicale "aperta", per dimostrare come le esigenze di un pensiero costruttivo rigoroso possano convivere con un'attenzione alla dimensione performativa e ai contesti in cui si innesta l'esperienza di esecuzione e di ascolto.
Con Bruno Maderna, per un umanesimo possibile / Pasticci, Susanna. - (2015), pp. 29-34.
Con Bruno Maderna, per un umanesimo possibile
PASTICCI, Susanna
2015
Abstract
Bruno Maderna è stato uno dei più accesi e convinti protagonisti delle avanguardie musicali, anche se ha trovato un equilibrio tutto suo per dar corso a quell'urgenza del nuovo che condivideva con tanti altri musicisti della sua generazione. Le peculiarità della sua esperienza possono essere riassunte in una formula, "l'umanesimo possibile", che nel corso del saggio viene esplorata nelle sue molteplici implicazioni; a partire dal presupposto che nella sua concezione del far musica l'accento è posto soprattutto sul fare, e cioè sulla dimensione performativa. Questo non significa che Maderna fosse un compositore guidato dal puro istinto e poco incline alla riflessione teorica: lo studio dei suoi schizzi e dei suoi materiali di lavoro dimostra infatti che egli era in grado di sottoporre la sua straordinaria musicalità a un esercizio di disciplina e rigore davvero sorprendenti, anche se il suo virtuosimo non sconfina mai nel puro tecnicismo o nel gioco dell'automatismo. Le tecniche utilizzate nella musica seriale degli anni Cinquanta vengono messe in relazione con le partiture della sua ultima stagione creativa caratterizzate da una scrittura musicale "aperta", per dimostrare come le esigenze di un pensiero costruttivo rigoroso possano convivere con un'attenzione alla dimensione performativa e ai contesti in cui si innesta l'esperienza di esecuzione e di ascolto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


