Nella letteratura giapponese la natura è un vettore di significati codificati che arricchiscono la comunicazione artistica rendendola talvolta un appassionante rebus letterario. Anche nei racconti in cui si narra di fantasmi troviamo dei riferimenti alla natura che hanno varie funzioni tra cui quella di contestualizzare una storia cronologicamente e geograficamente in maniera immediata. I fantasmi sono un prodotto culturale e la loro riproduzione cambia a seconda delle epoche e del genere letterario e teatrale nel quale vengono inseriti. Fin dai capolavori di Ueda Akinari comincia a essere meglio delineata la natura che fa da sfondo all’apparizione di un fantasma, creando le basi di quelli che diventeranno gli elementi del paesaggio naturale maggiormente associati ai fantasmi: luna, pioggia, sterpi, rovi, case abbandonate. Va aggiunto che a partire da questo periodo la natura descritta non è più solo quella relativa ai fenomeni atmosferici o alla vegetazione, ma si assiste a un ampliamento dell’attenzione rivolta alla natura in quanto sistema totale degli essere viventi, compreso quindi il corpo umano, ovviamente deformato e spaventoso, al quale farò dei riferimenti. Un primo aspetto da evidenziare nelle storie di fantasmi che analizzerò è la cospicua presenza di descrizioni in cui la natura non bella, ma minacciosa. I testi citati saranno di Ueda Akinari, due testi del kabuki, di San’yūtei Enchō e di alcuni scrittori contemporanei. L’intento è osservare nei kaidan l’uso degli artifici narrativi che utilizzano la natura, quali siano gli elementi più ricorrenti, e cosa venga trasmesso attraverso il rapporto tra natura e spettri.
Natura e fantasmi nell’immaginario letterario giapponese / Mastrangelo, Matilde. - (2024), pp. 3-16.
Natura e fantasmi nell’immaginario letterario giapponese
Mastrangelo, Matilde
2024
Abstract
Nella letteratura giapponese la natura è un vettore di significati codificati che arricchiscono la comunicazione artistica rendendola talvolta un appassionante rebus letterario. Anche nei racconti in cui si narra di fantasmi troviamo dei riferimenti alla natura che hanno varie funzioni tra cui quella di contestualizzare una storia cronologicamente e geograficamente in maniera immediata. I fantasmi sono un prodotto culturale e la loro riproduzione cambia a seconda delle epoche e del genere letterario e teatrale nel quale vengono inseriti. Fin dai capolavori di Ueda Akinari comincia a essere meglio delineata la natura che fa da sfondo all’apparizione di un fantasma, creando le basi di quelli che diventeranno gli elementi del paesaggio naturale maggiormente associati ai fantasmi: luna, pioggia, sterpi, rovi, case abbandonate. Va aggiunto che a partire da questo periodo la natura descritta non è più solo quella relativa ai fenomeni atmosferici o alla vegetazione, ma si assiste a un ampliamento dell’attenzione rivolta alla natura in quanto sistema totale degli essere viventi, compreso quindi il corpo umano, ovviamente deformato e spaventoso, al quale farò dei riferimenti. Un primo aspetto da evidenziare nelle storie di fantasmi che analizzerò è la cospicua presenza di descrizioni in cui la natura non bella, ma minacciosa. I testi citati saranno di Ueda Akinari, due testi del kabuki, di San’yūtei Enchō e di alcuni scrittori contemporanei. L’intento è osservare nei kaidan l’uso degli artifici narrativi che utilizzano la natura, quali siano gli elementi più ricorrenti, e cosa venga trasmesso attraverso il rapporto tra natura e spettri.File | Dimensione | Formato | |
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