Il riuso adattivo come relazione biunivoca nel metodo e nel linguaggio

E' possibile una declinazione del progetto di riuso, capace, in forma multiscalare, di 'attrezzare l’architettura' (Grimaldi 2013) modellando il proprio intervento sulle peculiarità dell’esistente, instaurando un dialogo biunivoco tra la modificazione contemporanea, le sue esigenze di riattivazione funzionale e le multipotenzialità dell’antico? E gli input progettuali recepiti dall’ascolto dell’esistente, possono essere sviluppati, non solo come principi di metodo, ma anche come vere e proprie strategie di linguaggio? Si vuole indagare, in modo operativo, l’idea che il progetto di riuso possa configurarsi in reciproca adattabilità e anche reciproca duttilità con l’esistente, in modo tale da sviluppare un approccio capace di leggere, scegliere e integrare tutte le stratificazioni e riattivarle nell’ambito di una nuova cornice di senso, e sapersi così declinare adattivamente sull’esistente. Declinazione che puo' conferire al progetto anche nuove cifre linguistiche, suggerite, appunto, dal vincolo rappresentato dall’esistente in tutti i suoi layer, assunti come potenzialita' e opportunita'.