Il seminario Paesaggio#inclusione è nato dalla volontà di far confrontare i temi di ricerca del Dottorato con uno dei temi centrali dell’agenda nazionale e internazionale1, favorendo il dialogo tra formazione universitaria e società, come auspicato dal Piano Nazionale della Ricerca2. Il tema dell’inclusione mostra, inoltre, straordinarie connessioni con il progetto di paesaggio e con la costruzione di relazioni tra uomo e ambiente capaci di ridurre disuguaglianze e conflitti connessi agli scenari del cambiamento climatico, al degrado e all’esaurimento delle risorse primarie (aria, acqua, biodiversità, terre coltivabili, materie prime), alle migrazioni. Questioni globali che, come ha sottolineato Papa Francesco, rendono sempre più difficile separare crisi ambientale e crisi sociale3. Eppure, sin dalle prime fasi di organizzazione del seminario, il comitato scientifico si è trovato nella necessità di sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni che tendono a banalizzare e impoverire, sul terreno dell’interpretazione progettuale, il tema dell’inclusione. Uno dei luoghi comuni è che lo spazio aperto, specie se pubblico (un giardino, un parco urbano, una riserva naturale, un orto sociale) sia per definizione uno spazio inclusivo in cui tutti possono entrare e sentirsi a proprio agio. Un altro luogo comune è che la progettazione partecipata sia di per sé garanzia di inclusione, fino a far coincidere i due termini partecipazione=inclusione. Si tratta di semplificazioni, tentativi di sottrarsi alla complessità, all’insieme di interrelazioni, interdipendenze che legano individuo, collettività, spazi, soggetti, ambiente fisico, biologico, sociale, culturale, economico4, chiudendosi all’interno di un sapere specialistico, impermeabile al dialogo transdisciplinare e al confronto diretto con la realtà.

I luoghi (comuni) dell’inclusione / Imbroglini, Cristina. - (2023), pp. 96-105.

I luoghi (comuni) dell’inclusione

Cristina Imbroglini
2023

Abstract

Il seminario Paesaggio#inclusione è nato dalla volontà di far confrontare i temi di ricerca del Dottorato con uno dei temi centrali dell’agenda nazionale e internazionale1, favorendo il dialogo tra formazione universitaria e società, come auspicato dal Piano Nazionale della Ricerca2. Il tema dell’inclusione mostra, inoltre, straordinarie connessioni con il progetto di paesaggio e con la costruzione di relazioni tra uomo e ambiente capaci di ridurre disuguaglianze e conflitti connessi agli scenari del cambiamento climatico, al degrado e all’esaurimento delle risorse primarie (aria, acqua, biodiversità, terre coltivabili, materie prime), alle migrazioni. Questioni globali che, come ha sottolineato Papa Francesco, rendono sempre più difficile separare crisi ambientale e crisi sociale3. Eppure, sin dalle prime fasi di organizzazione del seminario, il comitato scientifico si è trovato nella necessità di sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni che tendono a banalizzare e impoverire, sul terreno dell’interpretazione progettuale, il tema dell’inclusione. Uno dei luoghi comuni è che lo spazio aperto, specie se pubblico (un giardino, un parco urbano, una riserva naturale, un orto sociale) sia per definizione uno spazio inclusivo in cui tutti possono entrare e sentirsi a proprio agio. Un altro luogo comune è che la progettazione partecipata sia di per sé garanzia di inclusione, fino a far coincidere i due termini partecipazione=inclusione. Si tratta di semplificazioni, tentativi di sottrarsi alla complessità, all’insieme di interrelazioni, interdipendenze che legano individuo, collettività, spazi, soggetti, ambiente fisico, biologico, sociale, culturale, economico4, chiudendosi all’interno di un sapere specialistico, impermeabile al dialogo transdisciplinare e al confronto diretto con la realtà.
2023
Paesaggio Inclusione
978-88-6242-906-1
progetto di paesaggio; inclusione; Corviale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
I luoghi (comuni) dell’inclusione / Imbroglini, Cristina. - (2023), pp. 96-105.
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