Questo volume raccoglie una selezione di testi di Giorgio Muratore su Roma e sulla sua architettura, scritti in varie occasioni tra il 1983 e il 2017. Vivace studioso della cultura architettonica italiana del Novecento, Giorgio Muratore si è laureato a Roma con Bruno Zevi nel 1970. Stimolato ad approfondire quello stesso capitolo della storia del XX secolo che aveva interessato l’autore della Storia dell’architettura moderna, Muratore andò oltre i limiti circoscritti e le restrizioni della modernità zeviana per affrontare senza pregiudizi ideologici una lettura meno eroica e sicuramente più inclusiva delle diverse posizioni culturali che hanno caratterizzato le vicende dell’architettura italiana. Da questa antologia di scritti emergono i temi prevalenti e ricorrenti che lo hanno interessato: le riflessioni sull’architettura italiana e i suoi architetti, gli studi sulle tecniche, le arti decorative, le maestranze e i cantieri, la passione per l’archeologia industriale e le questioni della conservazione e valorizzazione non solo delle architetture notevoli, ma di quel tessuto della città ordinaria fatta di edifici residenziali e produttivi, elementi decorativi e di arredo urbano, edifici dignitosi e di qualità, spesso dimenticati. Al centro di questi pensieri si colloca sempre Roma, che incrocia tutti i temi citati e che è stata la città, in cui e nato, ha vissuto e insegnato e che più di ogni altra cosa ha apprezzato e amato.
Roma, Giorgio Muratore Scritti Scelti / Capuano, Alessandra. - (2023), pp. -1.
Roma, Giorgio Muratore Scritti Scelti
Alessandra Capuano
2023
Abstract
Questo volume raccoglie una selezione di testi di Giorgio Muratore su Roma e sulla sua architettura, scritti in varie occasioni tra il 1983 e il 2017. Vivace studioso della cultura architettonica italiana del Novecento, Giorgio Muratore si è laureato a Roma con Bruno Zevi nel 1970. Stimolato ad approfondire quello stesso capitolo della storia del XX secolo che aveva interessato l’autore della Storia dell’architettura moderna, Muratore andò oltre i limiti circoscritti e le restrizioni della modernità zeviana per affrontare senza pregiudizi ideologici una lettura meno eroica e sicuramente più inclusiva delle diverse posizioni culturali che hanno caratterizzato le vicende dell’architettura italiana. Da questa antologia di scritti emergono i temi prevalenti e ricorrenti che lo hanno interessato: le riflessioni sull’architettura italiana e i suoi architetti, gli studi sulle tecniche, le arti decorative, le maestranze e i cantieri, la passione per l’archeologia industriale e le questioni della conservazione e valorizzazione non solo delle architetture notevoli, ma di quel tessuto della città ordinaria fatta di edifici residenziali e produttivi, elementi decorativi e di arredo urbano, edifici dignitosi e di qualità, spesso dimenticati. Al centro di questi pensieri si colloca sempre Roma, che incrocia tutti i temi citati e che è stata la città, in cui e nato, ha vissuto e insegnato e che più di ogni altra cosa ha apprezzato e amato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.