FUNGRAB ANIENE

We have probably reached the end of a cycle of international architecture that began in the early Millennium, characterized by a return to disciplinary archetypes. A return which, in reality, hid a formalist “pictorialism”, suitable, above all, for producing iconic images to be shared on social media. The contemporary climatic, social and health emergencies, however, seem to have once again focused attention on the playful and procedural buildings, conceived by the avant-gardes of the 1960s: “ laboratories of fun” and “ universities of the streets” designed as flexible, changeable and temporary structures. Architectures which can host spaces that can be programmed according to user needs, such as, for example, the Fun Palace (1961) by Cedric Price: “A short-term toy, in which we can all realize the possibilities and pleasures that an urban environment […] owes us”

Siamo probabilmente giunti alla fine di un ciclo dell’architettura internazionale iniziato nei primi anni del Millennio, caratterizzato da un ritorno agli archetipi disciplinari. Un ritorno che, in realtà, nascondeva un “pittoricismo” formalista adatto soprattutto a produrre iconiche immagini da divulgare attraverso i social media. Le odierne emergenze climatiche, sociali e sanitarie, tuttavia, sembrano aver rimesso in gioco gli edifici giocosi e processuali pensati dalle Avanguardie degli anni Sessanta del Novecento: “laboratori del divertimento” e “università della strada” progettati come strutture flessibili, mutevoli e temporanee. Architetture in cui inserire spazi programmabili a seconda delle esigenze degli utenti, come, per esempio, il Fun Palace (1961) di Cedric Price: «Un giocattolo a breve scadenza nel quale tutti noi possiamo realizzare la possibilità e i piaceri che un ambiente urbano […] ci deve».