La prima testimonianza della fortuna della proposizione II del Libro dei ventiquattro filosofi “Deus est sphaera infinita cuius centrum est ubique, circumferentia nusquam” (“Dio è una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in alcun luogo”) sembra trovarsi in alcuni scritti di Alano di Lilla. Rappresentante della ‘teologia assiomatica’ medievale, Alano è un poliedrico e prolifico maestro di teologia, attivo, prima a Parigi poi nel sud della Francia, nella seconda metà del 1100. Ispirato tanto dalla tradizione di teologia negativa pseudodionisiana ed eriugeniana e dall’ermetismo dell’Asclepio quanto dalla metafisica e dalla teologia ‘razionali’ degli Opuscoli teologici di Severino Boezio e del relativo commento di Gilberto di Poitiers, Alano di Lilla fa uso più volte nei suoi scritti della figura della sfera applicandola principalmente, anche se non esclusivamente, a Dio. La definizione di Dio data da Alano che qui interessa è “Deus est sphera intellegibilis cuius centrum ubique circumferentia nusquam”, che appare come regola VII nelle Regulae caelestis iuris del maestro: molto simile, ma non identica, alla proposizione II del Libro dei ventiquattro filosofi. Alano non solo sostituisce l’aggettivo ‘intellegibilis’ a ‘infinita’ nella proposizione ma nel commento alla regola e nel Sermo de sphaera intellegibili la interpreta in modo considerevolmente diverso rispetto al Liber. L’articolo mette a confronto il modo in cui il Liber XXIV philosophorum e Alano di Lilla presentano le rispettive definizioni di Dio come sfera e cerca di individuare il senso filosofico delle differenze rilevabili. L’attenzione è posta in particolare sulla diversità delle posizioni a proposito dell’uso dell’immaginazione in teologia, favorevole quella del Liber, contraria quella di Alano.
Sfera infinita e sfera intellegibile: immaginazione e conoscenza di Dio nel Libro dei XXIV filosofi e in Alano di Lilla / Valente, Luisa. - STAMPA. - (2012), pp. 117-144.
Sfera infinita e sfera intellegibile: immaginazione e conoscenza di Dio nel Libro dei XXIV filosofi e in Alano di Lilla
VALENTE, Luisa
2012
Abstract
La prima testimonianza della fortuna della proposizione II del Libro dei ventiquattro filosofi “Deus est sphaera infinita cuius centrum est ubique, circumferentia nusquam” (“Dio è una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in alcun luogo”) sembra trovarsi in alcuni scritti di Alano di Lilla. Rappresentante della ‘teologia assiomatica’ medievale, Alano è un poliedrico e prolifico maestro di teologia, attivo, prima a Parigi poi nel sud della Francia, nella seconda metà del 1100. Ispirato tanto dalla tradizione di teologia negativa pseudodionisiana ed eriugeniana e dall’ermetismo dell’Asclepio quanto dalla metafisica e dalla teologia ‘razionali’ degli Opuscoli teologici di Severino Boezio e del relativo commento di Gilberto di Poitiers, Alano di Lilla fa uso più volte nei suoi scritti della figura della sfera applicandola principalmente, anche se non esclusivamente, a Dio. La definizione di Dio data da Alano che qui interessa è “Deus est sphera intellegibilis cuius centrum ubique circumferentia nusquam”, che appare come regola VII nelle Regulae caelestis iuris del maestro: molto simile, ma non identica, alla proposizione II del Libro dei ventiquattro filosofi. Alano non solo sostituisce l’aggettivo ‘intellegibilis’ a ‘infinita’ nella proposizione ma nel commento alla regola e nel Sermo de sphaera intellegibili la interpreta in modo considerevolmente diverso rispetto al Liber. L’articolo mette a confronto il modo in cui il Liber XXIV philosophorum e Alano di Lilla presentano le rispettive definizioni di Dio come sfera e cerca di individuare il senso filosofico delle differenze rilevabili. L’attenzione è posta in particolare sulla diversità delle posizioni a proposito dell’uso dell’immaginazione in teologia, favorevole quella del Liber, contraria quella di Alano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.