All’Esposizione Universale di Parigi del 1937 spirano già fortissimi i venti di guerra. I padiglioni nazionali delle dittature, alle quali va addebitata la responsabilità della tragedia che si sarebbe abbattuta sul mondo, esprimono un carattere cupo e marziale, evocando esplicitamente politiche culturali che provano a giustificare, se non esaltare, la ricerca del dominio attraverso la guerra e la morte. Le Corbusier, incaricato per quella stessa esposizione di progettare il Pavillon des Temps Nouveaux, oppone a quelle retoriche un collage dal titolo emblematico, che con ironia e fermezza esprime al contrario un desiderio di resistenza: Des Canons, Des Munitions? Merci! Des Logis… S.V.P.. Il mondo deve produrre architettura, non guerra. Di fronte alle tragedie di tutte le guerre e alla criticità della condizione nella quale sovente sprofonda la coscienza collettiva sul piano civile, morale e spirituale si aprono per la cultura e per la scienza interrogativi che attengono, in particolare, al ruolo che può svolgere il mondo dell’università e della ricerca per reagire alla ferocia dei conflitti. Nessuna alternativa: non c’è altro modo per contrastare la barbarie che rischia di sequestrare le coscienze, paralizzare le azioni e innalzare barriere tra i popoli che continuare a produrre conoscenza e cultura. La mostra Make Architecture Not War si inscrive in questo pensiero.
Fate Architettura! / Menna, Giovanni; Starodubova, Olga. - (2023), pp. 7-9.
Fate Architettura!
Olga Starodubova
2023
Abstract
All’Esposizione Universale di Parigi del 1937 spirano già fortissimi i venti di guerra. I padiglioni nazionali delle dittature, alle quali va addebitata la responsabilità della tragedia che si sarebbe abbattuta sul mondo, esprimono un carattere cupo e marziale, evocando esplicitamente politiche culturali che provano a giustificare, se non esaltare, la ricerca del dominio attraverso la guerra e la morte. Le Corbusier, incaricato per quella stessa esposizione di progettare il Pavillon des Temps Nouveaux, oppone a quelle retoriche un collage dal titolo emblematico, che con ironia e fermezza esprime al contrario un desiderio di resistenza: Des Canons, Des Munitions? Merci! Des Logis… S.V.P.. Il mondo deve produrre architettura, non guerra. Di fronte alle tragedie di tutte le guerre e alla criticità della condizione nella quale sovente sprofonda la coscienza collettiva sul piano civile, morale e spirituale si aprono per la cultura e per la scienza interrogativi che attengono, in particolare, al ruolo che può svolgere il mondo dell’università e della ricerca per reagire alla ferocia dei conflitti. Nessuna alternativa: non c’è altro modo per contrastare la barbarie che rischia di sequestrare le coscienze, paralizzare le azioni e innalzare barriere tra i popoli che continuare a produrre conoscenza e cultura. La mostra Make Architecture Not War si inscrive in questo pensiero.File | Dimensione | Formato | |
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