"La valle fra Narni e Terni è lo spettacolo più bello che si possa immaginare. La Nera vi serpeggia con i suoi meandri e i boschetti qua e là la fanno assomigliare a un grande giardino racchiuso tutto attorno dalle montagne. La si attraversa per una bella strada lunga sette miglia fino a Terni". Così appariva a J.J. Volkmann1 quella terra di mezzo che oggi, a distanza di duecentocinquant’anni, attraversiamo velocemente, con una certa indifferenza, percorrendo il primo tratto umbro della superstrada Orte-Ravenna. A noi sembra impossibile sovrapporre queste impressioni a ciò che vediamo: un paesaggio intenso ma sconnesso, ibrido e disomogeneo. Eppure la sua voce non era isolata. Tutti i grandi viaggiatori del Grand Tour che lo hanno attraversato per raggiungere la cascata delle Marmore, fino alla metà del XIX secolo, restituiscono, come vedremo, identiche suggestioni. Solo facendo tesoro di queste descrizioni e scavando oltre la superficie è possibile intercettare in questo territorio – ricchissimo, ma fortemente caratterizzato (talvolta provato) dai segni duri della modernità – valori che è difficile rintracciare altrimenti. Il lavoro ha l’ambizione di portarli alla presenza, senza alcuna nostalgia per il passato, semmai con lo sguardo rivolto al futuro, per proporre inedite narrazioni, più ricche e complesse, proprio perché imbricate con le trasformazioni indotte dalla modernizzazione.
Dal Grand Tour al progetto / Toppetti, Fabrizio. - (2022), pp. 152-167.
Dal Grand Tour al progetto
Fabrizio Toppetti
2022
Abstract
"La valle fra Narni e Terni è lo spettacolo più bello che si possa immaginare. La Nera vi serpeggia con i suoi meandri e i boschetti qua e là la fanno assomigliare a un grande giardino racchiuso tutto attorno dalle montagne. La si attraversa per una bella strada lunga sette miglia fino a Terni". Così appariva a J.J. Volkmann1 quella terra di mezzo che oggi, a distanza di duecentocinquant’anni, attraversiamo velocemente, con una certa indifferenza, percorrendo il primo tratto umbro della superstrada Orte-Ravenna. A noi sembra impossibile sovrapporre queste impressioni a ciò che vediamo: un paesaggio intenso ma sconnesso, ibrido e disomogeneo. Eppure la sua voce non era isolata. Tutti i grandi viaggiatori del Grand Tour che lo hanno attraversato per raggiungere la cascata delle Marmore, fino alla metà del XIX secolo, restituiscono, come vedremo, identiche suggestioni. Solo facendo tesoro di queste descrizioni e scavando oltre la superficie è possibile intercettare in questo territorio – ricchissimo, ma fortemente caratterizzato (talvolta provato) dai segni duri della modernità – valori che è difficile rintracciare altrimenti. Il lavoro ha l’ambizione di portarli alla presenza, senza alcuna nostalgia per il passato, semmai con lo sguardo rivolto al futuro, per proporre inedite narrazioni, più ricche e complesse, proprio perché imbricate con le trasformazioni indotte dalla modernizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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