Il contributo muove dalla crescente necessità di approfondire lo studio del tempo in relazione al lavoro intellettuale come professione, ormai incalzato da disposizioni temporali che si strutturano in funzione degli imperativi del capitalismo e del mercato globale, vale a dire flessibilità, competizione e performance, elementi condensati nella logica dell’accelerazione sociale (Rosa, 2010). Tale spinta si oppone ai ritmi compassati della ricerca scientifica, il cui scopo primario consisterebbe nel produrre nuova conoscenza utile all’umanità. Sempre più spesso, invece, condannata sull’altare della produttività, essa trasfigura in mero adempimento, segnando la resa degli accademici al regime temporale che l’istituzione universitaria gli impone. Partendo da tali presupposti, è stata condotta un’indagine d’impostazione quantitativa su 1056 docenti con lo scopo di far emergere le diverse modalità di percezione e gestione del tempo in ambito lavorativo (Ylijoki, 2010). L’analisi che si vuole presentare, condotta mediante tecniche di clustering, individua modelli adattivi differenti che evidenziano sia tendenze oppositive, sia strategie di completa assimilazione delle norme temporali: disinteresse, alienazione, stacanovismo e nichilismo del tempo sono solo alcuni dei tratti tipici osservabili (cfr. Attena, 1995). Si tratta di condizioni riscontrate più frequentemente nei giovani ricercatori con contratto a tempo determinato, i quali assumono paradigmi temporali caratterizzati dall’annullamento degli orizzonti e dall’esaltazione del presente, luogo dalle potenzialità infinite ma privo di certezze, dove si agisce seguendo un istinto di sopravvivenza a breve termine che azzera la progettualità esaltando il carattere vincolante delle scadenze. Di conseguenza, nella nuova generazione dei docenti universitari cresce una visione frammentaria del tempo, accompagnata da comportamenti votati alla cronofagia (Paolucci, 2003) che assecondano le obbligazioni temporali ormai assurte a criterio di selezione per la permanenza all’interno del sistema accademico. Ciò sembra designare un meccanismo che opera sottotraccia, per cui maggiore è la capacità di interiorizzare le regole del tempo dettate dall’università, più aumentano le chance di rimanere al suo interno. Tuttavia, se da un lato questa pressione valorizza la produttività, la rapidità e il multitasking, dall’altro ostacola la riflessività e il pensiero lento, elementi cruciali a difesa della qualità della ricerca, la cui progressiva erosione getta una luce sinistra sul futuro di tutto il sapere scientifico.

Il darwinismo temporale nell’università italiana. Il “gene” della velocità come possibile selettore per la carriera accademica / Barbanera, Lorenzo. - (2023), pp. 117-140.

Il darwinismo temporale nell’università italiana. Il “gene” della velocità come possibile selettore per la carriera accademica

Lorenzo Barbanera
2023

Abstract

Il contributo muove dalla crescente necessità di approfondire lo studio del tempo in relazione al lavoro intellettuale come professione, ormai incalzato da disposizioni temporali che si strutturano in funzione degli imperativi del capitalismo e del mercato globale, vale a dire flessibilità, competizione e performance, elementi condensati nella logica dell’accelerazione sociale (Rosa, 2010). Tale spinta si oppone ai ritmi compassati della ricerca scientifica, il cui scopo primario consisterebbe nel produrre nuova conoscenza utile all’umanità. Sempre più spesso, invece, condannata sull’altare della produttività, essa trasfigura in mero adempimento, segnando la resa degli accademici al regime temporale che l’istituzione universitaria gli impone. Partendo da tali presupposti, è stata condotta un’indagine d’impostazione quantitativa su 1056 docenti con lo scopo di far emergere le diverse modalità di percezione e gestione del tempo in ambito lavorativo (Ylijoki, 2010). L’analisi che si vuole presentare, condotta mediante tecniche di clustering, individua modelli adattivi differenti che evidenziano sia tendenze oppositive, sia strategie di completa assimilazione delle norme temporali: disinteresse, alienazione, stacanovismo e nichilismo del tempo sono solo alcuni dei tratti tipici osservabili (cfr. Attena, 1995). Si tratta di condizioni riscontrate più frequentemente nei giovani ricercatori con contratto a tempo determinato, i quali assumono paradigmi temporali caratterizzati dall’annullamento degli orizzonti e dall’esaltazione del presente, luogo dalle potenzialità infinite ma privo di certezze, dove si agisce seguendo un istinto di sopravvivenza a breve termine che azzera la progettualità esaltando il carattere vincolante delle scadenze. Di conseguenza, nella nuova generazione dei docenti universitari cresce una visione frammentaria del tempo, accompagnata da comportamenti votati alla cronofagia (Paolucci, 2003) che assecondano le obbligazioni temporali ormai assurte a criterio di selezione per la permanenza all’interno del sistema accademico. Ciò sembra designare un meccanismo che opera sottotraccia, per cui maggiore è la capacità di interiorizzare le regole del tempo dettate dall’università, più aumentano le chance di rimanere al suo interno. Tuttavia, se da un lato questa pressione valorizza la produttività, la rapidità e il multitasking, dall’altro ostacola la riflessività e il pensiero lento, elementi cruciali a difesa della qualità della ricerca, la cui progressiva erosione getta una luce sinistra sul futuro di tutto il sapere scientifico.
2023
L’accademia e il fuori. Il problema dell’intellettuale specializzato in Italia
978-88-9314-412-4
tempo; carriera accademica; valutazione; ricerca quantitativa
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il darwinismo temporale nell’università italiana. Il “gene” della velocità come possibile selettore per la carriera accademica / Barbanera, Lorenzo. - (2023), pp. 117-140.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1699529
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact