Il cosiddetto “terremoto dei capannoni” che il 20 e il 29 maggio 2012 ha colpito l’Emilia Romagna, ha rappresentato un evento senza paragoni. Per la prima volta si è assistito alla distruzione di un sistema economico trainante, prevalentemente legato al settore biomedicale, della ceramica, della meccanica e della produzione agroalimentare (fra aceto balsamico, frutticoltura e parmigiano reggiano). Un tessuto economico diffuso, sorto in un contesto territoriale considerato relativamente sicuro, ma caratterizzato da un patrimonio storico fragile, impreziosito da una rete di centri storici le cui condizioni non facevano tuttavia eccezione rispetto ai fenomeni che a livello nazionale denotavanoo già allora una tendenza – più o meno accentuata – allo spopolamento, alla sostituzione dei residenti storici, al degrado fisico – anche strutturale – e alla perdita di attrattività sul piano funzionale. Se questi processi, all’inizio del 2012, erano leggibili anche nei centri poi colpiti da terremoto, ad essi si affiancava tuttavia un carattere distintivo, legato alla presenza di un sistema amministrativo proattivo e lungimirante soprattutto sotto il profilo della pianificazione urbanistica e del governo del territorio.
Il cammino della ricostruzione / Storchi, Stefano; Toppetti, Fabrizio. - (2023), pp. 1-146.
Il cammino della ricostruzione
Fabrizio Toppetti
2023
Abstract
Il cosiddetto “terremoto dei capannoni” che il 20 e il 29 maggio 2012 ha colpito l’Emilia Romagna, ha rappresentato un evento senza paragoni. Per la prima volta si è assistito alla distruzione di un sistema economico trainante, prevalentemente legato al settore biomedicale, della ceramica, della meccanica e della produzione agroalimentare (fra aceto balsamico, frutticoltura e parmigiano reggiano). Un tessuto economico diffuso, sorto in un contesto territoriale considerato relativamente sicuro, ma caratterizzato da un patrimonio storico fragile, impreziosito da una rete di centri storici le cui condizioni non facevano tuttavia eccezione rispetto ai fenomeni che a livello nazionale denotavanoo già allora una tendenza – più o meno accentuata – allo spopolamento, alla sostituzione dei residenti storici, al degrado fisico – anche strutturale – e alla perdita di attrattività sul piano funzionale. Se questi processi, all’inizio del 2012, erano leggibili anche nei centri poi colpiti da terremoto, ad essi si affiancava tuttavia un carattere distintivo, legato alla presenza di un sistema amministrativo proattivo e lungimirante soprattutto sotto il profilo della pianificazione urbanistica e del governo del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.