The three 'Christs' of Cavalleggeri are giant pillars that, like sculptures stand in the western suburbs of Naples, are escaping a present of restoration affirming their identity as iconic woeful landmarks. These dilapidated grey pylons, wedged between the buildings of the Rione Cavalleggeri Aosta, are the remains of the cableway designed by architect Giulio de Luca, that connected the districts of Fuorigrotta and Posillipo in the wider context of the Mostra d'Oltremare in 1940. The Neapolitan people call them "Cristi", both with an ironic meaning referred to the Rio de Janeiro's Christ, and with a critical intent to emphasise the presence of dilapidated sculptures, of whose use just few have any memory or knowledge nowadays. A view from the top of Via Manzoni reveals a relationship of alignment between the elements that corresponds to a flat void that is never perceptible to those walking among the built-up area that has in fact engulfed these architectures. Of that cable car, closed twenty-one years after its inauguration, there is today no image, no memory, no idea. The "Christs" of Cavalleggeri, as contemporary ruins, do not restore any past but show themselves as isolated elements addressing the present. The urban project can offer some solutions to reinsert these elements into a system of relations that will take the "Christs" from unusable wrecks to contemporary ruins as the image of a past that proposes new meanings to the present.

Sfuggono al presente del restauro e della spettacolarizzazione, i tre “Cristi” di Cavalleggeri come sculture si ergono nella periferia occidentale di Napoli. Questi piloni grigi fatiscenti incastrati tra gli edifici del Rione Cavalleggeri Aosta non sono altro che i resti della funivia che collegava i quartieri di Fuorigrotta e Posillipo progettata nel più ampio contesto della Mostra d’Oltremare. Dell’ardito disegno di Giulio de Luca inaugurato nel 1940 restano oggi solo questi tre piloni che la popolazione napoletana conosce meglio come i “Cristi” sia con accezione ironica per l’immagine che gli elementi orizzontali che tenevano i cavi di trazione che sostenevano le cabine rimanda al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, sia con intento critico per sottolineare la presenza di sculture fatiscenti, del cui uso ormai in pochi hanno memoria o conoscenza. Una visuale dall’alto di via Manzoni restituisce una relazione di allineamento tra gli elementi che corrisponde a un vuoto in piano mai percepibile per chi cammina tra il costruito che di fatto ha fagocitato queste architetture. Di quella funivia chiusa ventuno anni dopo l’inaugurazione non vi è oggi alcuna immagine, alcuna memoria, alcuna idea. I “Cristi” di Cavalleggeri come rovine contemporanee non restituiscono alcun passato ma si mostrano come elementi isolati rivolgendosi al presente. Il progetto urbano può offrire alcune soluzioni per reinserire tali elementi in un sistema di relazioni che portino i “Cristi” a passare da relitti inutilizzabili a rovine contemporanee come immagine di un passato che propone nuovi significati al presente.

From rubble to the ruins. The ‘Cavalleggeri Christs’ of from Isolated Elements to Urban System / Astone, Michele. - (2023), pp. 172-179. - URBAN CORPORIS SERIES.

From rubble to the ruins. The ‘Cavalleggeri Christs’ of from Isolated Elements to Urban System

Michele Astone
2023

Abstract

The three 'Christs' of Cavalleggeri are giant pillars that, like sculptures stand in the western suburbs of Naples, are escaping a present of restoration affirming their identity as iconic woeful landmarks. These dilapidated grey pylons, wedged between the buildings of the Rione Cavalleggeri Aosta, are the remains of the cableway designed by architect Giulio de Luca, that connected the districts of Fuorigrotta and Posillipo in the wider context of the Mostra d'Oltremare in 1940. The Neapolitan people call them "Cristi", both with an ironic meaning referred to the Rio de Janeiro's Christ, and with a critical intent to emphasise the presence of dilapidated sculptures, of whose use just few have any memory or knowledge nowadays. A view from the top of Via Manzoni reveals a relationship of alignment between the elements that corresponds to a flat void that is never perceptible to those walking among the built-up area that has in fact engulfed these architectures. Of that cable car, closed twenty-one years after its inauguration, there is today no image, no memory, no idea. The "Christs" of Cavalleggeri, as contemporary ruins, do not restore any past but show themselves as isolated elements addressing the present. The urban project can offer some solutions to reinsert these elements into a system of relations that will take the "Christs" from unusable wrecks to contemporary ruins as the image of a past that proposes new meanings to the present.
2023
To the bones
979-12-5953-088-2
Sfuggono al presente del restauro e della spettacolarizzazione, i tre “Cristi” di Cavalleggeri come sculture si ergono nella periferia occidentale di Napoli. Questi piloni grigi fatiscenti incastrati tra gli edifici del Rione Cavalleggeri Aosta non sono altro che i resti della funivia che collegava i quartieri di Fuorigrotta e Posillipo progettata nel più ampio contesto della Mostra d’Oltremare. Dell’ardito disegno di Giulio de Luca inaugurato nel 1940 restano oggi solo questi tre piloni che la popolazione napoletana conosce meglio come i “Cristi” sia con accezione ironica per l’immagine che gli elementi orizzontali che tenevano i cavi di trazione che sostenevano le cabine rimanda al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, sia con intento critico per sottolineare la presenza di sculture fatiscenti, del cui uso ormai in pochi hanno memoria o conoscenza. Una visuale dall’alto di via Manzoni restituisce una relazione di allineamento tra gli elementi che corrisponde a un vuoto in piano mai percepibile per chi cammina tra il costruito che di fatto ha fagocitato queste architetture. Di quella funivia chiusa ventuno anni dopo l’inaugurazione non vi è oggi alcuna immagine, alcuna memoria, alcuna idea. I “Cristi” di Cavalleggeri come rovine contemporanee non restituiscono alcun passato ma si mostrano come elementi isolati rivolgendosi al presente. Il progetto urbano può offrire alcune soluzioni per reinserire tali elementi in un sistema di relazioni che portino i “Cristi” a passare da relitti inutilizzabili a rovine contemporanee come immagine di un passato che propone nuovi significati al presente.
Giulio De Luca; mostra d'oltremare; Napoli; Cavalleggeri
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
From rubble to the ruins. The ‘Cavalleggeri Christs’ of from Isolated Elements to Urban System / Astone, Michele. - (2023), pp. 172-179. - URBAN CORPORIS SERIES.
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