Il presente contributo si concentra sulla vasta ed eterogenea categoria epigrafica dei trigrammi e dei digrammi rinvenuti in santuari a frequentazione etrusca, un tema più volte affrontato in letteratura scientifica. Nonostante gli studiosi sembrino concordi nell’interpretare questi brevi gruppi di lettere come abbreviazioni di termini più estesi, lo scioglimento degli stessi appare ancora fortemente problematico. Ad oggi emergono due principali linee interpretative, una che riconduce le abbreviazioni ad antroponimi e una che li riconduce a teonimi. Il lavoro muove da un regesto di tutte le iscrizioni edite rinvenute in aree sacre in modo da produrre un quadro conoscitivo delle attestazioni ampio e aggiornato. La ricerca ha interessato attestazioni distribuite su tutto il territorio etrusco e non si è posta un discrimine cronologico, così da far emergere eventuali elementi di continuità e discontinuità nonché specificità territoriali. È a partire da questa raccolta che si propongono alcune riflessioni sul tema. I dati disponibili hanno permesso di individuare un’ampia casistica di digrammi e trigrammi riconducibili a teonimi in contesti in cui il medesimo culto risulta effettivamente attestato. Elemento comune a tutte le divinità apparentemente interessate dal fenomeno dell’abbreviazione è la spiccata natura ctonia del culto, un carattere che nel suo generare forme di timore sacro può suggerire l’applicazione di un tabù scrittorio nei confronti dei relativi teonimi. La compresenza di abbreviazioni e forme estese dello stesso nome divino non costituisce necessariamente un problema, ma apre invece alla possibilità che a determinare la presenza del tabù possano essere specifiche casistiche rituali o l’identità dello scrivente. A questo proposito, la presenza ormai acclarata di scuole scrittorie all’interno dei santuari rende suggestiva l’ipotesi, esplorata nel contributo, di una contrapposizione tra sacerdoti-scriba e offerenti alfabetizzati.

Frammenti di teonimi? Una riflessione sulla pratica dell’abbreviazione nelle attestazioni scrittorie dei santuari d’Etruria / Pillitteri, Eliana. - (2023). (Intervento presentato al convegno Annual meeting of postgraduates in reception of the ancient world. Cultures in fragments. Multifaceted approaches to the knowledge of mediterranean antiquity through partial remains. tenutosi a Naples, Italy).

Frammenti di teonimi? Una riflessione sulla pratica dell’abbreviazione nelle attestazioni scrittorie dei santuari d’Etruria.

Eliana Pillitteri
Primo
2023

Abstract

Il presente contributo si concentra sulla vasta ed eterogenea categoria epigrafica dei trigrammi e dei digrammi rinvenuti in santuari a frequentazione etrusca, un tema più volte affrontato in letteratura scientifica. Nonostante gli studiosi sembrino concordi nell’interpretare questi brevi gruppi di lettere come abbreviazioni di termini più estesi, lo scioglimento degli stessi appare ancora fortemente problematico. Ad oggi emergono due principali linee interpretative, una che riconduce le abbreviazioni ad antroponimi e una che li riconduce a teonimi. Il lavoro muove da un regesto di tutte le iscrizioni edite rinvenute in aree sacre in modo da produrre un quadro conoscitivo delle attestazioni ampio e aggiornato. La ricerca ha interessato attestazioni distribuite su tutto il territorio etrusco e non si è posta un discrimine cronologico, così da far emergere eventuali elementi di continuità e discontinuità nonché specificità territoriali. È a partire da questa raccolta che si propongono alcune riflessioni sul tema. I dati disponibili hanno permesso di individuare un’ampia casistica di digrammi e trigrammi riconducibili a teonimi in contesti in cui il medesimo culto risulta effettivamente attestato. Elemento comune a tutte le divinità apparentemente interessate dal fenomeno dell’abbreviazione è la spiccata natura ctonia del culto, un carattere che nel suo generare forme di timore sacro può suggerire l’applicazione di un tabù scrittorio nei confronti dei relativi teonimi. La compresenza di abbreviazioni e forme estese dello stesso nome divino non costituisce necessariamente un problema, ma apre invece alla possibilità che a determinare la presenza del tabù possano essere specifiche casistiche rituali o l’identità dello scrivente. A questo proposito, la presenza ormai acclarata di scuole scrittorie all’interno dei santuari rende suggestiva l’ipotesi, esplorata nel contributo, di una contrapposizione tra sacerdoti-scriba e offerenti alfabetizzati.
2023
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