Il testo esamina un percorso contemplativo attraverso il quartiere di Malafede a Roma, concentrandosi sulla chiesa di San Pio da Pietrelcina di Alessandro Anselmi come espressione architettonica che eleva il quotidiano. Il viaggio inizia con un tragitto meditativo attraverso la campagna romana, prosegue in un quartiere contemporaneo dove prevale un'estetica architettonica uniforme che sfida la nozione di individualità. La narrazione usa questa esperienza per riflettere sulle dinamiche di spazio e tempo che definiscono l'interazione umana con l'ambiente costruito, evocando il pensiero relazionale di Enzo Paci e la fenomenologia di Merleau-Ponty. L'opera di Anselmi emerge come un punto di singolarità, un luogo dove il sacro incontra il profano e dove l'empatia diventa parte integrante dell'esperienza spaziale. Nel contesto che circonda la chiesa si sperimenta un senso di disorientamento e connessione con l'ambiente, e si sottolinea quindi la maestria di Anselmi nel creare spazi che sollecitano una partecipazione attiva e consapevole. Il testo si conclude con una riflessione sulla potenza e capacità dell'architettura di stimolare tutti i sensi, promuovendo una maggiore consapevolezza del nostro corpo nel mondo e del nostro ruolo nell'attribuire significato agli spazi che abitiamo.
Corpo sensibile e scosse telluriche: il Complesso parrocchiale San Pio da Pietrelcina a Roma di Anselmi & associati / Ghia, MARIA CLARA. - (2023), pp. 173-182.
Corpo sensibile e scosse telluriche: il Complesso parrocchiale San Pio da Pietrelcina a Roma di Anselmi & associati
ghia
2023
Abstract
Il testo esamina un percorso contemplativo attraverso il quartiere di Malafede a Roma, concentrandosi sulla chiesa di San Pio da Pietrelcina di Alessandro Anselmi come espressione architettonica che eleva il quotidiano. Il viaggio inizia con un tragitto meditativo attraverso la campagna romana, prosegue in un quartiere contemporaneo dove prevale un'estetica architettonica uniforme che sfida la nozione di individualità. La narrazione usa questa esperienza per riflettere sulle dinamiche di spazio e tempo che definiscono l'interazione umana con l'ambiente costruito, evocando il pensiero relazionale di Enzo Paci e la fenomenologia di Merleau-Ponty. L'opera di Anselmi emerge come un punto di singolarità, un luogo dove il sacro incontra il profano e dove l'empatia diventa parte integrante dell'esperienza spaziale. Nel contesto che circonda la chiesa si sperimenta un senso di disorientamento e connessione con l'ambiente, e si sottolinea quindi la maestria di Anselmi nel creare spazi che sollecitano una partecipazione attiva e consapevole. Il testo si conclude con una riflessione sulla potenza e capacità dell'architettura di stimolare tutti i sensi, promuovendo una maggiore consapevolezza del nostro corpo nel mondo e del nostro ruolo nell'attribuire significato agli spazi che abitiamo.File | Dimensione | Formato | |
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