Un’architettura chiamata restauro. Linguaggi antichi e nuovi a confronto

The essay attempts to fathom the specificities of this restorative discipline within the broader field of architectural composition, analysing the roles, methods and objectives of an activity organised to be the only methodological and operative device through which it is possible to act on pre-existing structures, to guarantee their conservation in view of their transmission to the future. An historical framework of the encounter of the old with, and for, the new is offered, starting from the principle of distinguishability of restorative action outlined by Camillo Boito, and ending with an analysis of the distinction between Critical Act and Creative Act made by Roberto Pane, who summarises in these terms the question of restoration in the years after World War II. Finally, the question of authenticity is also examined, posed by contemporary architecture also in terms of figurative compatibility

Il saggio cerca di scandagliare le specificità di questa disciplina restaurativa all’interno del più vasto campo della composizione architettonica, analizzando ruoli, metodi e obiettivi di un’attività organizzata per essere l’unico dispositivo metodologico ed operativo attraverso il quale è possibile agire sulle preesistenze, per garantirne la conservazione in vista della loro trasmissione al futuro. Si offre un quadro storico dell’incontro dell’antico con, e per, il nuovo, partendo dal principio di distinguibiltà dell’azione restaurativa delineato da Camillo Boito, per finire con l’analisi della distinzione fra Atto critico e Atto Creativo operata da Roberto Pane, che sintetizza in questi termini la questione del restauro negli anni del secondo dopoguerra. Infine, si esamina anche la questione dell’autenticità, posta dall’architettura contemporanea anche in termini di compatibilità figurativa