L’improvviso aumento del lavoro da casa (WFH, dal termine inglese Working From Home) non è un fenomeno transitorio che scomparirà dopo la fine del Covid-19, ma rappresenta probabilmente uno shock permanente per le modalità di lavoro ed è destinato a restare. Inoltre, cosa ancora più importante, sta cambiando la geografia del lavoro, con un notevole impatto sul legame tra lavoro e città. In questa “nuova normalità” del mercato del lavoro, il rapporto tra città e WFH è rimasto in gran parte inesplorato. In questo studio, indaghiamo come un aumento permanente del WFH possa influenzare la struttura urbana in Italia. A tal fine, proponiamo evidenze empiriche che dimostrano che il lavoro a distanza ha un impatto asimmetrico, con le grandi città più esposte ai suoi possibili effetti negativi. In particolare, mostriamo che la quota dei lavoratori in grado di lavorare da remoto, di coloro che hanno effettivamente lavorato da casa nell’ultimo periodo, e, allo stesso tempo, i prezzi relativi delle case e la congestione sono maggiori nelle grandi città. Di conseguenza, c’è il rischio che la diffusione del lavoro a distanza possa rilanciare un’uscita dalle città italiane, offrendo, al contempo, un’opportunità unica per le aree interne del nostro paese. In questo contesto è cruciale il ruolo del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) nel fornire supporto finanziario per progettare il futuro delle città intelligenti e inclusive nell’era post Covid-19. I nostri risultati forniscono nuovi evidenze con dati in tempo reale per aiutare i policy makers a costruire politiche basate sull’evidenza per affrontare le sfide poste dal lavoro a distanza per il futuro delle città.
Il lavoro da casa nel mercato del lavoro dopo la pandemia: fuga dalle grandi città o trasformazione dei centri urbani? / Croce, Giuseppe; Scicchitano, Sergio. - (2023), pp. 153-166. - I QUADERNI DEL CNEL.
Il lavoro da casa nel mercato del lavoro dopo la pandemia: fuga dalle grandi città o trasformazione dei centri urbani?
Giuseppe Croce;Sergio Scicchitano
2023
Abstract
L’improvviso aumento del lavoro da casa (WFH, dal termine inglese Working From Home) non è un fenomeno transitorio che scomparirà dopo la fine del Covid-19, ma rappresenta probabilmente uno shock permanente per le modalità di lavoro ed è destinato a restare. Inoltre, cosa ancora più importante, sta cambiando la geografia del lavoro, con un notevole impatto sul legame tra lavoro e città. In questa “nuova normalità” del mercato del lavoro, il rapporto tra città e WFH è rimasto in gran parte inesplorato. In questo studio, indaghiamo come un aumento permanente del WFH possa influenzare la struttura urbana in Italia. A tal fine, proponiamo evidenze empiriche che dimostrano che il lavoro a distanza ha un impatto asimmetrico, con le grandi città più esposte ai suoi possibili effetti negativi. In particolare, mostriamo che la quota dei lavoratori in grado di lavorare da remoto, di coloro che hanno effettivamente lavorato da casa nell’ultimo periodo, e, allo stesso tempo, i prezzi relativi delle case e la congestione sono maggiori nelle grandi città. Di conseguenza, c’è il rischio che la diffusione del lavoro a distanza possa rilanciare un’uscita dalle città italiane, offrendo, al contempo, un’opportunità unica per le aree interne del nostro paese. In questo contesto è cruciale il ruolo del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) nel fornire supporto finanziario per progettare il futuro delle città intelligenti e inclusive nell’era post Covid-19. I nostri risultati forniscono nuovi evidenze con dati in tempo reale per aiutare i policy makers a costruire politiche basate sull’evidenza per affrontare le sfide poste dal lavoro a distanza per il futuro delle città.File | Dimensione | Formato | |
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