Frutto di una lunga e tormentata rielaborazione, doviziosamente ricostruita da Luigi Cattanei nell’edizione critica da lui curata, il romanzo storico Le rive della Bormida nel 1794 costituisce una delle prove narrative di maggior respiro del letterato ligure. La devozione alla materia garibaldina, cifra caratteristica dello scrittore, cede il passo in quest’opera alla narrazione di una vicenda risalente agli ultimi anni del diciottesimo secolo ed ambientata in zone particolarmente suggestive a livello emotivo per l’autore stesso, come il luogo natio, Cairo Montenotte, di cui nel romanzo è originaria la giovane Bianca. Data la predilezione di Abba per delle descrizioni dettagliate del paesaggio, ci si propone di analizzare le differenti declinazioni della natura, sempre rappresentata con acuta finezza stilistica, nonché la sua funzione “letteraria”: oltre alle sfumature patriottiche di matrice risorgimentale ed al frequente utilizzo di similitudini naturali per meglio delineare i sentimenti dei personaggi, all’interno del romanzo è spesso possibile ravvisare l’evidenziazione di un forte contrasto fra la pace innata dei luoghi tratteggiati dalla penna di Abba e la devastazione portata dalla guerra; tuttavia tale teatro bellico, che offre con alcuni scenari idillici dalla bellezza incontaminata delle pause che ristorano l’animo dei guerrieri, può talvolta rivelarsi aspro e selvaggio, nonché fonte di ulteriori fatiche ed ostacoli per l’uomo nella sua lotta per la sopravvivenza.
Specchio dell’anima, teatro di guerra: paesaggio e natura ne "Le rive della Bormida nel 1794" di Abba / Delfiore, Emanuele. - (2023). (Intervento presentato al convegno Contemplare/abitare: la natura nella letteratura italiana. XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione degli Italianisti tenutosi a Napoli).
Specchio dell’anima, teatro di guerra: paesaggio e natura ne "Le rive della Bormida nel 1794" di Abba.
Emanuele Delfiore
2023
Abstract
Frutto di una lunga e tormentata rielaborazione, doviziosamente ricostruita da Luigi Cattanei nell’edizione critica da lui curata, il romanzo storico Le rive della Bormida nel 1794 costituisce una delle prove narrative di maggior respiro del letterato ligure. La devozione alla materia garibaldina, cifra caratteristica dello scrittore, cede il passo in quest’opera alla narrazione di una vicenda risalente agli ultimi anni del diciottesimo secolo ed ambientata in zone particolarmente suggestive a livello emotivo per l’autore stesso, come il luogo natio, Cairo Montenotte, di cui nel romanzo è originaria la giovane Bianca. Data la predilezione di Abba per delle descrizioni dettagliate del paesaggio, ci si propone di analizzare le differenti declinazioni della natura, sempre rappresentata con acuta finezza stilistica, nonché la sua funzione “letteraria”: oltre alle sfumature patriottiche di matrice risorgimentale ed al frequente utilizzo di similitudini naturali per meglio delineare i sentimenti dei personaggi, all’interno del romanzo è spesso possibile ravvisare l’evidenziazione di un forte contrasto fra la pace innata dei luoghi tratteggiati dalla penna di Abba e la devastazione portata dalla guerra; tuttavia tale teatro bellico, che offre con alcuni scenari idillici dalla bellezza incontaminata delle pause che ristorano l’animo dei guerrieri, può talvolta rivelarsi aspro e selvaggio, nonché fonte di ulteriori fatiche ed ostacoli per l’uomo nella sua lotta per la sopravvivenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.