Uno dei principali protagonisti del dibattito legato alla tutela dei beni paesaggistici nell’Italia del primo dopoguerra, Antonio Cederna è uno dei maggiori rappresentanti di un filone che identifica il progetto come strumento di tutela del paesaggio. A partire dagli anni 50’, il territorio italiano conosce il momento di più grande trasformazione, data dalla crescita demografica ed economica del paese. Le città diventano sempre più grandi divorando superficie agricole intorno ad esse. Cederna parla di “diritto di edificare come parte del diritto di proprietà” (Cederna, 1975), sottolineando la portata del dibattito sulla gestione dello spazio pubblico. Nonostante, in Italia, l’industrializzazione risultasse molto meno spinta che nel resto dell’Europa, i temi legati ad un’urbanizzazione eccessiva assumono un ruolo di primo piano per via del patrimonio culturale artistico e storico che caratterizza il bel paese. L’urbanizzazione e l’edilizia incontrollata furono tra i temi più ricorrenti da parte dell’archeologo giornalista supportati dall’amore per la storia, la cultura il paesaggio e l’ambiente, troppo spesso dimenticati dalle istituzioni e dalla politica. Il presente contributo intende indagare il rapporto che il giornalista instaurò con l’urbanistica del tempo. Quella fiducia nell’urbanistica che contraddistingueva Antonio Cederna declinata nella necessità (o auspicio) di immaginare e progettare un’idea di città diversa dagli “scempi” dell’epoca. Nonostante Cederna fu autore di molte campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, molto del suo lavoro legato ai temi dell’urbanistica è legato alla città di Roma: dalle proposte per il centro storico all’immenso lavoro fatto per la tutela del Parco dell’Appia Antica che, forse, non sarebbe stato come lo vediamo oggi. “In materia di urbanistica i suoi contributi non sono stati solo d'informazione, di metodo, di critica - o di biasimo, come sostengono i suoi denigratori. Fu anche uno straordinario inventore di spazi” scrive Vezio De Lucia. Il contributo intende soffermarsi sull’idea della Roma di oggi che avrebbe Antonio Cederna partendo dall’analisi della sua proposta di Legge per Roma Capitale relativa all’aprile del 1989. Cederna fu un archeologo e giornalista che si spese per denunciare e sensibilizzare circa la tutela attiva del patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e culturale del nostro paese. Pensando che divulgare, rendere noto un fenomeno o una forma di degrado forse un modo per favorirne la conservazione. Un personaggio che avrebbe ancora tanto da denunciare e di cui, forse, il nostro paese oggi avrebbe ancora bisogno.

Economia ed ecologia: dal pensiero giacominiano alla complessità del governo del territorio / Tarra, Simona. - (2023), pp. 184-191.

Economia ed ecologia: dal pensiero giacominiano alla complessità del governo del territorio

Tarra Simona
2023

Abstract

Uno dei principali protagonisti del dibattito legato alla tutela dei beni paesaggistici nell’Italia del primo dopoguerra, Antonio Cederna è uno dei maggiori rappresentanti di un filone che identifica il progetto come strumento di tutela del paesaggio. A partire dagli anni 50’, il territorio italiano conosce il momento di più grande trasformazione, data dalla crescita demografica ed economica del paese. Le città diventano sempre più grandi divorando superficie agricole intorno ad esse. Cederna parla di “diritto di edificare come parte del diritto di proprietà” (Cederna, 1975), sottolineando la portata del dibattito sulla gestione dello spazio pubblico. Nonostante, in Italia, l’industrializzazione risultasse molto meno spinta che nel resto dell’Europa, i temi legati ad un’urbanizzazione eccessiva assumono un ruolo di primo piano per via del patrimonio culturale artistico e storico che caratterizza il bel paese. L’urbanizzazione e l’edilizia incontrollata furono tra i temi più ricorrenti da parte dell’archeologo giornalista supportati dall’amore per la storia, la cultura il paesaggio e l’ambiente, troppo spesso dimenticati dalle istituzioni e dalla politica. Il presente contributo intende indagare il rapporto che il giornalista instaurò con l’urbanistica del tempo. Quella fiducia nell’urbanistica che contraddistingueva Antonio Cederna declinata nella necessità (o auspicio) di immaginare e progettare un’idea di città diversa dagli “scempi” dell’epoca. Nonostante Cederna fu autore di molte campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, molto del suo lavoro legato ai temi dell’urbanistica è legato alla città di Roma: dalle proposte per il centro storico all’immenso lavoro fatto per la tutela del Parco dell’Appia Antica che, forse, non sarebbe stato come lo vediamo oggi. “In materia di urbanistica i suoi contributi non sono stati solo d'informazione, di metodo, di critica - o di biasimo, come sostengono i suoi denigratori. Fu anche uno straordinario inventore di spazi” scrive Vezio De Lucia. Il contributo intende soffermarsi sull’idea della Roma di oggi che avrebbe Antonio Cederna partendo dall’analisi della sua proposta di Legge per Roma Capitale relativa all’aprile del 1989. Cederna fu un archeologo e giornalista che si spese per denunciare e sensibilizzare circa la tutela attiva del patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e culturale del nostro paese. Pensando che divulgare, rendere noto un fenomeno o una forma di degrado forse un modo per favorirne la conservazione. Un personaggio che avrebbe ancora tanto da denunciare e di cui, forse, il nostro paese oggi avrebbe ancora bisogno.
2023
Habitat, Territorio, Ecologia. La nascita di una cultura del paesaggio in Italia tra difesa e progetto. Volume II
978-88-6242-849-1
Architettura del paesaggio; ecologia; servizi ecosistemici
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Economia ed ecologia: dal pensiero giacominiano alla complessità del governo del territorio / Tarra, Simona. - (2023), pp. 184-191.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1694115
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