Il turismo è generalmente considerato come un fenomeno che ha bisogno di pace, al fine di prosperare. È anche proposto come un settore che gioca un ruolo importante nella promozione della comprensione tra le nazioni e le culture diverse e come forza di pace nel mondo. Tuttavia, il turismo ha continuato ad esistere in tempi sia di guerra e sia di pace, e si possono trovare esempi di luoghi dove il turismo ha beneficiato addirittura in tempo di guerra, proprio perché altre aree erano soggette a combattimenti. Si può quindi parlare di “turismo in tempo di guerra” in quanto è costituito da un complesso insieme di dinamiche che coinvolgono fattori politici, psicologici, economici, ideologici e territoriali che meritano un esame più approfondito di quanto non sia avvenuto fino ad oggi. L’espressione “turismo di guerra”, specie se applicata al contesto del primo conflitto mondiale, può destare perplessità, considerando gli ostacoli che un evento bellico pone all’esercizio delle attività connesse alla vacanza, impedendo, in primis, quella libera circolazione che ne rappresenta il presupposto essenziale; le devastazioni materiali conseguenti alle guerre, inoltre, rischiano di compromettere la dotazione di infrastrutture e beni culturali delle destinazioni al punto da far perdere loro, talvolta definitivamente, la posizione conquistata nel mercato. Ciononostante, il turismo di guerra acquisì un’importanza chiave per il rilancio dell’economia europea in occasione delle due guerre mondiali, qualificandosi nello stesso tempo come un fenomeno culturale e politico che condensava i sentimenti collettivi, le aspirazioni nazionali, il dolore e le speranze della società europea coinvolta nel conflitto. Il lavoro condotto da Butler e Suntikul, rivela come non solo il luogo, ma anche le strategie politiche, gli avvenimenti nella storia, i trasporti e la convenienza economica abbiano giocato tutti un ruolo nello sviluppo e nella continuazione del turismo nei luoghi colpiti durante e dopo la guerra. Alcune località si sono sviluppate come attrazioni turistiche, proprio a seguito di una guerra o di un conflitto: ad esempio, alcuni luoghi sono decollati come località turistiche di cura e benessere avendo ospitato le truppe che dovevano formarsi o riposare, mentre altre si svilupparono proprio a causa della minaccia di pericolo di conflitti nei luoghi turistici più tradizionali, attraverso la diffusione del turismo delle colonie sanitarie. La guerra può essere vista sia come un ostacolo o una costrizione ma anche come una “manna” per il turismo, a seconda del luogo di destinazione, mentre la pace consente l'espansione o la sua riattivazione. L'eredità della guerra è una potente attrazione a sé stante, non solo per la curiosità che desta, ma anche per motivi di pellegrinaggio o per il patrimonio “fatto di memoria” che lascia. I campi di battaglia o i cimiteri antichi evocano forti emozioni personali tra i discendenti di coloro che hanno combattuto e sono morti in questi luoghi e anche tra coloro che sono sopravvissuti e che desiderano rivederli. Più in particolare, in Italia, all’interno del periodo tra la fine della prima e l’inizio della seconda guerra mondiale, il turismo ha cominciato ad essere percepito di rilevanza non più trascurabile a livello economico. Cresceva la consapevolezza di una posizione di rendita goduta fino alla Grande guerra dall’Italia ma insidiata dall’affacciarsi di altri paesi e da uno sviluppo orientato verso la grande impresa, alberghiera o di trasporti, che portava ad inquadrarne diversamente l’attività. Gli anni della fine della Grande Guerra, che vanno dal 1922 al 1943, furono dominati in Italia da uno spiccato andamento ciclico: iniziarono con una ripresa inflazionistica che fu bloccata nel 1926 dalle necessità di stabilizzazione della lira, continuarono nella crisi internazionale del 1929 per uscirne a fatica con autarchia ed economia di guerra e terminarono col collasso del sistema; e proprio in quegli anni il turismo assunse importanza di attività politica ed economica coi RR.DD. 21 novembre 1934 n. 1851 e 3 dicembre 1934 n. 1925 si trasferirono le attribuzioni del Commissariato per il Turismo al Ministero per la Stampa e la Propaganda, con compiti più definiti ed accentrati. Il presente contributo non richiamerà i provvedimenti e le iniziative di quegli anni, già oggetto, di una vasta letteratura, ma quegli aspetti, legati proprio alla guerra, che rappresentano un ulteriore contributo alla storia del turismo, ai quali, si pensa, è stato dato poco rilievo: come la sistemazione di strade ex militari come arterie principali di lancio o rilancio di aree interessate dalla guerra. Tra l’altro, come evidenzia il tema di questa sessione, nell’era industriale le guerre hanno continuato a fornire impulsi al cambiamento tecnologico: si pensi al legame tra lo sviluppo di acciaierie, cantieri navali e meccanici di precisione alle esigenze militari. Esigenze tutelate da Stati nazione che in vista dei conflitti armati si sono sempre dimostrati inclini a sovvenzionare nuove tecniche e nuovi prodotti che sul mercato non avrebbero potuto competere con quelli esistenti. Inoltre, per quel che concerne più specificamente l’Italia, a causa del tardivo sviluppo economico, si trovò in una fase cruciale del suo processo di industrializzazione – quella immediatamente successiva al decollo – a combattere due conflitti mondiali, a dover far fronte alla grande crisi del 1929 e a convivere con una dittatura. Tutti questi eventi costituirono un’alterazione del contesto economico, ma furono affrontati con la volontà di continuare e approfondire l’esperienza industriale. Tale contributo desidera cogliere, attraverso lo studio delle trasformazioni strutturali dell’economia italiana, il nesso tra le vicende economiche degli anni di guerra e il «miracolo economico successivo e, più in generale, di comprendere il periodo di grande espansione dell’economia italiana che fece seguito alla sconfitta durante il quale crebbe anche il settore turistico (come bene ha dimostrato Leonardi con il suo contributo sul Piano Marshall).

Viabilità militare e suo successivo utilizzo a fini turistici / Strangio, Donatella. - (2023), pp. 211-224.

Viabilità militare e suo successivo utilizzo a fini turistici

Donatella Strangio
Primo
Investigation
2023

Abstract

Il turismo è generalmente considerato come un fenomeno che ha bisogno di pace, al fine di prosperare. È anche proposto come un settore che gioca un ruolo importante nella promozione della comprensione tra le nazioni e le culture diverse e come forza di pace nel mondo. Tuttavia, il turismo ha continuato ad esistere in tempi sia di guerra e sia di pace, e si possono trovare esempi di luoghi dove il turismo ha beneficiato addirittura in tempo di guerra, proprio perché altre aree erano soggette a combattimenti. Si può quindi parlare di “turismo in tempo di guerra” in quanto è costituito da un complesso insieme di dinamiche che coinvolgono fattori politici, psicologici, economici, ideologici e territoriali che meritano un esame più approfondito di quanto non sia avvenuto fino ad oggi. L’espressione “turismo di guerra”, specie se applicata al contesto del primo conflitto mondiale, può destare perplessità, considerando gli ostacoli che un evento bellico pone all’esercizio delle attività connesse alla vacanza, impedendo, in primis, quella libera circolazione che ne rappresenta il presupposto essenziale; le devastazioni materiali conseguenti alle guerre, inoltre, rischiano di compromettere la dotazione di infrastrutture e beni culturali delle destinazioni al punto da far perdere loro, talvolta definitivamente, la posizione conquistata nel mercato. Ciononostante, il turismo di guerra acquisì un’importanza chiave per il rilancio dell’economia europea in occasione delle due guerre mondiali, qualificandosi nello stesso tempo come un fenomeno culturale e politico che condensava i sentimenti collettivi, le aspirazioni nazionali, il dolore e le speranze della società europea coinvolta nel conflitto. Il lavoro condotto da Butler e Suntikul, rivela come non solo il luogo, ma anche le strategie politiche, gli avvenimenti nella storia, i trasporti e la convenienza economica abbiano giocato tutti un ruolo nello sviluppo e nella continuazione del turismo nei luoghi colpiti durante e dopo la guerra. Alcune località si sono sviluppate come attrazioni turistiche, proprio a seguito di una guerra o di un conflitto: ad esempio, alcuni luoghi sono decollati come località turistiche di cura e benessere avendo ospitato le truppe che dovevano formarsi o riposare, mentre altre si svilupparono proprio a causa della minaccia di pericolo di conflitti nei luoghi turistici più tradizionali, attraverso la diffusione del turismo delle colonie sanitarie. La guerra può essere vista sia come un ostacolo o una costrizione ma anche come una “manna” per il turismo, a seconda del luogo di destinazione, mentre la pace consente l'espansione o la sua riattivazione. L'eredità della guerra è una potente attrazione a sé stante, non solo per la curiosità che desta, ma anche per motivi di pellegrinaggio o per il patrimonio “fatto di memoria” che lascia. I campi di battaglia o i cimiteri antichi evocano forti emozioni personali tra i discendenti di coloro che hanno combattuto e sono morti in questi luoghi e anche tra coloro che sono sopravvissuti e che desiderano rivederli. Più in particolare, in Italia, all’interno del periodo tra la fine della prima e l’inizio della seconda guerra mondiale, il turismo ha cominciato ad essere percepito di rilevanza non più trascurabile a livello economico. Cresceva la consapevolezza di una posizione di rendita goduta fino alla Grande guerra dall’Italia ma insidiata dall’affacciarsi di altri paesi e da uno sviluppo orientato verso la grande impresa, alberghiera o di trasporti, che portava ad inquadrarne diversamente l’attività. Gli anni della fine della Grande Guerra, che vanno dal 1922 al 1943, furono dominati in Italia da uno spiccato andamento ciclico: iniziarono con una ripresa inflazionistica che fu bloccata nel 1926 dalle necessità di stabilizzazione della lira, continuarono nella crisi internazionale del 1929 per uscirne a fatica con autarchia ed economia di guerra e terminarono col collasso del sistema; e proprio in quegli anni il turismo assunse importanza di attività politica ed economica coi RR.DD. 21 novembre 1934 n. 1851 e 3 dicembre 1934 n. 1925 si trasferirono le attribuzioni del Commissariato per il Turismo al Ministero per la Stampa e la Propaganda, con compiti più definiti ed accentrati. Il presente contributo non richiamerà i provvedimenti e le iniziative di quegli anni, già oggetto, di una vasta letteratura, ma quegli aspetti, legati proprio alla guerra, che rappresentano un ulteriore contributo alla storia del turismo, ai quali, si pensa, è stato dato poco rilievo: come la sistemazione di strade ex militari come arterie principali di lancio o rilancio di aree interessate dalla guerra. Tra l’altro, come evidenzia il tema di questa sessione, nell’era industriale le guerre hanno continuato a fornire impulsi al cambiamento tecnologico: si pensi al legame tra lo sviluppo di acciaierie, cantieri navali e meccanici di precisione alle esigenze militari. Esigenze tutelate da Stati nazione che in vista dei conflitti armati si sono sempre dimostrati inclini a sovvenzionare nuove tecniche e nuovi prodotti che sul mercato non avrebbero potuto competere con quelli esistenti. Inoltre, per quel che concerne più specificamente l’Italia, a causa del tardivo sviluppo economico, si trovò in una fase cruciale del suo processo di industrializzazione – quella immediatamente successiva al decollo – a combattere due conflitti mondiali, a dover far fronte alla grande crisi del 1929 e a convivere con una dittatura. Tutti questi eventi costituirono un’alterazione del contesto economico, ma furono affrontati con la volontà di continuare e approfondire l’esperienza industriale. Tale contributo desidera cogliere, attraverso lo studio delle trasformazioni strutturali dell’economia italiana, il nesso tra le vicende economiche degli anni di guerra e il «miracolo economico successivo e, più in generale, di comprendere il periodo di grande espansione dell’economia italiana che fece seguito alla sconfitta durante il quale crebbe anche il settore turistico (come bene ha dimostrato Leonardi con il suo contributo sul Piano Marshall).
2023
Tirol/o 1919/20. Neuorientierung zwishen Krieg und Frieden. Nuovi orientamenti fra guerra e pace
9783706563154
Tirolo; Turismo; XX secolo; Viabilità
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Viabilità militare e suo successivo utilizzo a fini turistici / Strangio, Donatella. - (2023), pp. 211-224.
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