La mindfulness – ovvero, lo stato di attenzione e consapevolezza rivolto alle esperienze che avvengono nel momento presente, con un atteggiamento non giudicante – può essere coltivata e sviluppata attraverso la pratica della meditazione, cioè un insieme di pratiche di autoregolazione che mirano ad allenare l’attenzione e la consapevolezza, al fine di miglio- rare il benessere psicologico e sviluppare specifiche capacità benefiche, come la calma, la chiarezza mentale e la concentrazione (Walsh e Shapiro 2006). Negli ultimi decenni molti studi, sia comportamentali che neuroscientifici, hanno dimostrato l’importanza dello studio degli stati e dei tratti psicologici relativi alla meditazione, anche al fine di raggiungere una maggiore comprensione della neuroplasticità cognitiva e affettiva, nei domini dell’attenzione, della consapevolezza e degli stati mentali in generale (Cahn e Polich 2006, Lutz et al. 2008a, Raffone e Srinivasan 2010). Nello specifico, nell’ambito delle neuroscienze, si stanno affermando nuovi paradigmi al fine di comprendere la natura interattiva di diverse aree del cervello, le quali, lavorando in concerto, costituiscono delle vere e proprie reti (network) cerebrali (Fox et al. 2005, Van den Heuvel e Hulshoff Pol 2010). Lo studio delle reti cerebrali e delle loro interazioni si è rivelato molto rilevante per lo studio scientifico della coscienza e della meditazione (Lutz et al. 2015, Malinowski 2013, Raffone e Srinivasan 2017). Questo approccio ha portato a nuove evidenze sul modo in cui sistemi cerebrali funzionalmente connessi supportino o limitino le funzioni cognitive, affettive e di monitoraggio (Bressler e Menon 2010), che entrano in gioco nella meditazione. In questo capitolo tratteremo diversi aspetti relativi alle evidenze neuroscientifiche sulla meditazione. In particolare, saranno descritte una teoria neurale della mindfulness, la relazione tra mindfulness e funzioni esecutive, e la relazione tra mindfulness e rappresentazione del sé.
Le neuroscienze della Mindfulness / Chiarella, Salvatore G.; Kerusauskaite, Skaiste G.; Laurenzi, Matteo; D'Angiò, Monia; Raffone, Antonino. - (2023), pp. 370-408.
Le neuroscienze della Mindfulness
Matteo Laurenzi;Monia D'Angiò;Antonino RaffoneUltimo
2023
Abstract
La mindfulness – ovvero, lo stato di attenzione e consapevolezza rivolto alle esperienze che avvengono nel momento presente, con un atteggiamento non giudicante – può essere coltivata e sviluppata attraverso la pratica della meditazione, cioè un insieme di pratiche di autoregolazione che mirano ad allenare l’attenzione e la consapevolezza, al fine di miglio- rare il benessere psicologico e sviluppare specifiche capacità benefiche, come la calma, la chiarezza mentale e la concentrazione (Walsh e Shapiro 2006). Negli ultimi decenni molti studi, sia comportamentali che neuroscientifici, hanno dimostrato l’importanza dello studio degli stati e dei tratti psicologici relativi alla meditazione, anche al fine di raggiungere una maggiore comprensione della neuroplasticità cognitiva e affettiva, nei domini dell’attenzione, della consapevolezza e degli stati mentali in generale (Cahn e Polich 2006, Lutz et al. 2008a, Raffone e Srinivasan 2010). Nello specifico, nell’ambito delle neuroscienze, si stanno affermando nuovi paradigmi al fine di comprendere la natura interattiva di diverse aree del cervello, le quali, lavorando in concerto, costituiscono delle vere e proprie reti (network) cerebrali (Fox et al. 2005, Van den Heuvel e Hulshoff Pol 2010). Lo studio delle reti cerebrali e delle loro interazioni si è rivelato molto rilevante per lo studio scientifico della coscienza e della meditazione (Lutz et al. 2015, Malinowski 2013, Raffone e Srinivasan 2017). Questo approccio ha portato a nuove evidenze sul modo in cui sistemi cerebrali funzionalmente connessi supportino o limitino le funzioni cognitive, affettive e di monitoraggio (Bressler e Menon 2010), che entrano in gioco nella meditazione. In questo capitolo tratteremo diversi aspetti relativi alle evidenze neuroscientifiche sulla meditazione. In particolare, saranno descritte una teoria neurale della mindfulness, la relazione tra mindfulness e funzioni esecutive, e la relazione tra mindfulness e rappresentazione del sé.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.