La vaccinazione di massa è stata in Italia, come nell’Unione Europea e nella quasi totalità dell’Occidente, USA, Canada e Australia compresi, la soluzione sotto forma di trattamento profilattico proposta dal potere per la risoluzione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Nel nostro Paese, tale scelta ha avuto luogo senza tenere in alcun conto né del fatto che i “vaccini” disponibili erano farmaci ancora in fase di sperimentazione, dato che l’autorizzazione alla loro immissione in commercio è avvenuta per via “condizionata e temporanea”, né che erano previste limitazioni di fornitura e di utilizzo superabili solo attraverso prescrizione medica, peraltro esclusivamente per la prevenzione della malattia, ma non dell’infezione con il virus, né tanto meno della sussistenza di diritti inviolabili costituzionalmente tutelati. La celebrazione del regime terapeutico si è sovente svolta in Hub vaccinali di grandi dimensioni collocati in spazi pubblici, dando alla sottomissione della profilassi imposta dal governo una valenza fortemente rituale e simbolica, mentre in nessuna considerazione sono stati tenute le patologie pregresse e i precedenti anamnestici delle persone in ordine ad una effettiva valutazione medica dei possibili effetti avversi, talora gravi o anche fatali, i quali non hanno mancato di verificarsi in un numero ancora imprecisato, ma comunque consistente di casi, e dando inoltre avvio al preoccupante e statisticamente significativo fenomeno delle “morti improvvise”. A tutto ciò si aggiungono le poco chiare vicende della stipula centralizzata da parte della Commissione UE dei contratti di fornitura da parte delle case farmaceutiche, per un numero di 4,5 miliardi di dosi, assolutamente esagerato rispetto a quello delle popolazioni complessive degli Stati Membri, ed a condizioni particolarmente sfavorevoli, come la conservazione dell’esclusiva dei brevetti da parte delle aziende produttrici, il tutto in modalità tutt’altro che trasparenti, con chiamate ed SMS, tanto da essere oggetto di critiche da parte di parlamentari europei e persino sottoposte al vaglio della Procura Europea. Non ultima, l’aperta ammissione da parte di qualificati rappresentanti della Pfizer che, prima della loro immissione sul mercato, “i vaccini non sono mai stati testati per la loro capacità di limitare la diffusione del virus”.

Capitolo 20 - Regime terapeutico e vaccinazione di massa / SCARCELLA PRANDSTRALLER, Stefano. - (2023), pp. 323-345.

Capitolo 20 - Regime terapeutico e vaccinazione di massa

Stefano Scarcella Prandstraller
2023

Abstract

La vaccinazione di massa è stata in Italia, come nell’Unione Europea e nella quasi totalità dell’Occidente, USA, Canada e Australia compresi, la soluzione sotto forma di trattamento profilattico proposta dal potere per la risoluzione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Nel nostro Paese, tale scelta ha avuto luogo senza tenere in alcun conto né del fatto che i “vaccini” disponibili erano farmaci ancora in fase di sperimentazione, dato che l’autorizzazione alla loro immissione in commercio è avvenuta per via “condizionata e temporanea”, né che erano previste limitazioni di fornitura e di utilizzo superabili solo attraverso prescrizione medica, peraltro esclusivamente per la prevenzione della malattia, ma non dell’infezione con il virus, né tanto meno della sussistenza di diritti inviolabili costituzionalmente tutelati. La celebrazione del regime terapeutico si è sovente svolta in Hub vaccinali di grandi dimensioni collocati in spazi pubblici, dando alla sottomissione della profilassi imposta dal governo una valenza fortemente rituale e simbolica, mentre in nessuna considerazione sono stati tenute le patologie pregresse e i precedenti anamnestici delle persone in ordine ad una effettiva valutazione medica dei possibili effetti avversi, talora gravi o anche fatali, i quali non hanno mancato di verificarsi in un numero ancora imprecisato, ma comunque consistente di casi, e dando inoltre avvio al preoccupante e statisticamente significativo fenomeno delle “morti improvvise”. A tutto ciò si aggiungono le poco chiare vicende della stipula centralizzata da parte della Commissione UE dei contratti di fornitura da parte delle case farmaceutiche, per un numero di 4,5 miliardi di dosi, assolutamente esagerato rispetto a quello delle popolazioni complessive degli Stati Membri, ed a condizioni particolarmente sfavorevoli, come la conservazione dell’esclusiva dei brevetti da parte delle aziende produttrici, il tutto in modalità tutt’altro che trasparenti, con chiamate ed SMS, tanto da essere oggetto di critiche da parte di parlamentari europei e persino sottoposte al vaglio della Procura Europea. Non ultima, l’aperta ammissione da parte di qualificati rappresentanti della Pfizer che, prima della loro immissione sul mercato, “i vaccini non sono mai stati testati per la loro capacità di limitare la diffusione del virus”.
2023
Safetycracy e regime terapeutico. Le politiche di sospensione delle soggettività
978-88-98294-48-0
Emergenza Covid-19; vaccinazione; diritti fondamentali; effetti avversi; Unione Europea; case farmaceutiche
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Capitolo 20 - Regime terapeutico e vaccinazione di massa / SCARCELLA PRANDSTRALLER, Stefano. - (2023), pp. 323-345.
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