Le stagioni del serio ludere erasmiano

Il saggio prende in esame le caratteristiche del serio ludere erasmiano, un registro ambivalente, adottato sul duplice versante della difesa delle litterae e della discussione teologica, con un’attenzione sempre vigile al contesto comunicativo, non senza l’intento, a tratti appena dissimulato, di sorprendere il lettore per attirarne l’attenzione. Dopo aver preso in esame quegli aspetti dello scontro tra Lutero ed Erasmo incentrati sulla corretta ed efficace comunicazione della Parola, si concentra, in particolare, sulle strategie sottese all’adozione del serio ludere nelle opere erasmiane. A tale scopo si individuano e si descrivono quattro stagioni del serio ludere erasmiano: a) 1506-1514, periodo segnato dalla traduzione delle opere di Luciano in collaborazione con More e concluso dalla pubblicazione dell’Encomium Moria; b) 1516-1523, una fase segnata dalla vicinanza con von Hutten e altri giovani umanisti, alla cui battaglia contro la teologia dei tradizionalisti Erasmo fornisce un modello con lo Iulius (di cui non ammise mai la paternità), il Charon e la Apotheosis Capnionis; c) 1523-1529, anni caratterizzati dalla pubblicazione di numerosi Colloquia che ricorrono al serio ludere per difendere le convinzioni di Erasmo in merito alla pietas cristiana, in significativa concomitanza con l’avvio del pontificato di Clemente VII e a ridosso della pubblicazione del De libero arbitrio; d) 1529-1531, l’ultima stagione in cui il ricorso al serio ludere si inquadra in una tarda e rabbiosa polemica nei confronti dell’intransigenza dei luterani, portata dopo l’abbandono di Basilea, passa alla Riforma, e nello stesso periodo della Epistola contro Bucer.