In un articolo del 1941, il fondatore della rivista “Time”, Henry R. Luce, affermò che il XX secolo sarebbe stato un «secolo americano» ma riconobbe altresì che il ruolo dell’America nel mondo sarebbe dipeso in larga misura dalla risposta delle altre nazioni. Egli era relativamente ottimista dal momento che gli Stati Uniti potevano vantare un innegabile prestigio e una generale fiducia nelle loro buone intenzioni come Paese libero e democratico. Luce colse un elemento della presenza americana nel mondo che nel 1984 lo storico norvegese Geir Lundestad avrebbe definito come un «empire by invitation». Dopo la Seconda guerra mondiale, difatti, gli Stati Uniti sarebbero più spesso stati «invitati» dai propri alleati europei a mantenere una presenza politica, economica e militare nel Vecchio Continente. Lundestad avrebbe poi approfondito questa sua idea in diversi contributi, evidenziando come già durante la Prima guerra mondiale e nei primi anni del dopoguerra le potenze europee avessero cercato di influenzare la posizione americana rispetto alle questioni politiche, economiche e di sicurezza europee. Malgrado i limiti storiografici e politologici, l’argomento centrale di questa tesi continua a rappresentare un importante punto di riferimento per il dibattito e la riflessione sui rapporti transatlantici e sulla presenza militare americana in Europa. Pertanto, proprio a partire dall’idea di «potere su invito», questo capitolo vuole presentare una sintesi dell’evoluzione della presenza militare americana in Europa dalla Guerra fredda nel mondo post-bipolare, evidenziando come il fattore militare dipenda solo quantitativamente dall’emergere di crisi o conflitti mentre sia qualitativamente legato tanto allo stato dei rapporti transatlantici quanto a quelli intereuropei.
La presenza militare americana in Europa e il suo significato dalla Guerra fredda al mondo post-bipolare / Palma, Leonardo; Tosti Di Stefano, Elena. - (2023), pp. 117-129.
La presenza militare americana in Europa e il suo significato dalla Guerra fredda al mondo post-bipolare
Palma, Leonardo;Tosti Di Stefano, Elena
2023
Abstract
In un articolo del 1941, il fondatore della rivista “Time”, Henry R. Luce, affermò che il XX secolo sarebbe stato un «secolo americano» ma riconobbe altresì che il ruolo dell’America nel mondo sarebbe dipeso in larga misura dalla risposta delle altre nazioni. Egli era relativamente ottimista dal momento che gli Stati Uniti potevano vantare un innegabile prestigio e una generale fiducia nelle loro buone intenzioni come Paese libero e democratico. Luce colse un elemento della presenza americana nel mondo che nel 1984 lo storico norvegese Geir Lundestad avrebbe definito come un «empire by invitation». Dopo la Seconda guerra mondiale, difatti, gli Stati Uniti sarebbero più spesso stati «invitati» dai propri alleati europei a mantenere una presenza politica, economica e militare nel Vecchio Continente. Lundestad avrebbe poi approfondito questa sua idea in diversi contributi, evidenziando come già durante la Prima guerra mondiale e nei primi anni del dopoguerra le potenze europee avessero cercato di influenzare la posizione americana rispetto alle questioni politiche, economiche e di sicurezza europee. Malgrado i limiti storiografici e politologici, l’argomento centrale di questa tesi continua a rappresentare un importante punto di riferimento per il dibattito e la riflessione sui rapporti transatlantici e sulla presenza militare americana in Europa. Pertanto, proprio a partire dall’idea di «potere su invito», questo capitolo vuole presentare una sintesi dell’evoluzione della presenza militare americana in Europa dalla Guerra fredda nel mondo post-bipolare, evidenziando come il fattore militare dipenda solo quantitativamente dall’emergere di crisi o conflitti mentre sia qualitativamente legato tanto allo stato dei rapporti transatlantici quanto a quelli intereuropei.File | Dimensione | Formato | |
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