In questo contributo cercherò di sintetizzare gli aspetti più rilevanti della politica scolastica del regime fascista. Si tratta di un argomento che negli ultimi anni ha ricevuto ampia attenzione dagli studiosi e che attraversa diversi settori disciplinari: la storia della scuola, quella della cultura italiana, quella del fascismo. Grazie ai lavori di chi ci precede, e varcando i confini delle discipline specialistiche, abbiamo oggi competenze e consapevolezze sedimentate nel tempo. Possiamo, infatti, elaborare una riflessione complessiva sull’educazione delle giovani generazioni che dal 1922 al 1943 fu uno degli aspetti e dei settori cruciali dell’azione fascista. Per un regime che esprimeva una concezione politica imperniata sul mito di un’umanità ricostruita nello spirito e nel corpo, i giovani erano, in effetti, un interlocutore obbligato, un materiale umano ancora plasmabile su cui costruire il futuro. Il saggio è diviso in cinque parti: nella prima mi soffermerò sulla politica scolastica delle origini; nella seconda sui rapporti fra Gentile e i fascisti che confluirono nella nomina del filosofo al Ministero della Pubblica Istruzione; nella terza sull’azione dei ministri che si susseguirono dalla seconda metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Trenta; nella quarta sull’azione di Giuseppe Bottai al Ministero dell’Educazione Nazionale e nell’ultima sintetizzerò alcune considerazioni conclusive.
Alcune riflessioni sulla politica scolastica del regime fascista / Tarquini, Alessandra. - (2023), pp. 89-105. - STUDI E RICERCHE SULL'UNIVERSITÀ.
Alcune riflessioni sulla politica scolastica del regime fascista
Tarquini Alessandra
2023
Abstract
In questo contributo cercherò di sintetizzare gli aspetti più rilevanti della politica scolastica del regime fascista. Si tratta di un argomento che negli ultimi anni ha ricevuto ampia attenzione dagli studiosi e che attraversa diversi settori disciplinari: la storia della scuola, quella della cultura italiana, quella del fascismo. Grazie ai lavori di chi ci precede, e varcando i confini delle discipline specialistiche, abbiamo oggi competenze e consapevolezze sedimentate nel tempo. Possiamo, infatti, elaborare una riflessione complessiva sull’educazione delle giovani generazioni che dal 1922 al 1943 fu uno degli aspetti e dei settori cruciali dell’azione fascista. Per un regime che esprimeva una concezione politica imperniata sul mito di un’umanità ricostruita nello spirito e nel corpo, i giovani erano, in effetti, un interlocutore obbligato, un materiale umano ancora plasmabile su cui costruire il futuro. Il saggio è diviso in cinque parti: nella prima mi soffermerò sulla politica scolastica delle origini; nella seconda sui rapporti fra Gentile e i fascisti che confluirono nella nomina del filosofo al Ministero della Pubblica Istruzione; nella terza sull’azione dei ministri che si susseguirono dalla seconda metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Trenta; nella quarta sull’azione di Giuseppe Bottai al Ministero dell’Educazione Nazionale e nell’ultima sintetizzerò alcune considerazioni conclusive.File | Dimensione | Formato | |
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