La tesi sull’opera Resurrezione di Giulio Bargellini nasce dalla duplice collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Protagonisti di questo elaborato sono lo studio e il restauro di una tecnica mista su tela di grande formato (500 x 200 cm ca.), raffigurante una rappresentazione allegorica del filosofo Giordano Bruno in un trionfo di oro e luce. Sin dal primo sopralluogo è emerso con chiarezza come l’opera versasse in condizioni conservative estremamente preoccupanti: su più di metà della propria superficie, infatti, il dipinto presentava crettature accentuate, sollevamenti e lacune della materia pittorica originale; il grande formato, inoltre, aveva generato fin dal principio domande e riflessioni relative alla movimentazione dell’opera e alla definizione di spazi adatti ai lavori. L’intervento di restauro è stato preceduto da una lunga fase di ricerca che ha conciliato lo studio storico-artistico e le indagini tecnico-scientifiche, al fine della definizione dello stato di conservazione e della messa a punto delle operazioni conservative più idonee. Inoltre, è stato affrontato lo studio dei materiali con lo scopo di identificare la tecnica esecutiva, soffermandosi sulle copiose testimonianze di sperimentazioni e sulla trattatistica tecnica a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900 in merito alle cosiddette “tecniche miste”, nonché dell’impatto che queste ultime hanno avuto nella definizione del restauro dell’arte contemporanea. Il restauro del dipinto è stato interamente guidato dall’approccio ecosostenibile nella scelta di prodotti naturali e/o non nocivi. Considerando l’eterogeneità della tecnica esecutiva, le operazioni di restauro sono state contraddistinte da una proposta diversificata caso per caso, mantenendo come principio il minimo intervento possibile per preservare la tecnica originale, arginando la possibilità di ulteriori perdite della materia.
Il restauro del dipinto Resurrezione di G. Bargellini presso la Galleria Nazionale di Roma. Metodologie per un intervento ecosostenibile / D'Ottavio, Stefania. - (2023), pp. 187-214.
Il restauro del dipinto Resurrezione di G. Bargellini presso la Galleria Nazionale di Roma. Metodologie per un intervento ecosostenibile
Stefania D'OttavioPrimo
2023
Abstract
La tesi sull’opera Resurrezione di Giulio Bargellini nasce dalla duplice collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Protagonisti di questo elaborato sono lo studio e il restauro di una tecnica mista su tela di grande formato (500 x 200 cm ca.), raffigurante una rappresentazione allegorica del filosofo Giordano Bruno in un trionfo di oro e luce. Sin dal primo sopralluogo è emerso con chiarezza come l’opera versasse in condizioni conservative estremamente preoccupanti: su più di metà della propria superficie, infatti, il dipinto presentava crettature accentuate, sollevamenti e lacune della materia pittorica originale; il grande formato, inoltre, aveva generato fin dal principio domande e riflessioni relative alla movimentazione dell’opera e alla definizione di spazi adatti ai lavori. L’intervento di restauro è stato preceduto da una lunga fase di ricerca che ha conciliato lo studio storico-artistico e le indagini tecnico-scientifiche, al fine della definizione dello stato di conservazione e della messa a punto delle operazioni conservative più idonee. Inoltre, è stato affrontato lo studio dei materiali con lo scopo di identificare la tecnica esecutiva, soffermandosi sulle copiose testimonianze di sperimentazioni e sulla trattatistica tecnica a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900 in merito alle cosiddette “tecniche miste”, nonché dell’impatto che queste ultime hanno avuto nella definizione del restauro dell’arte contemporanea. Il restauro del dipinto è stato interamente guidato dall’approccio ecosostenibile nella scelta di prodotti naturali e/o non nocivi. Considerando l’eterogeneità della tecnica esecutiva, le operazioni di restauro sono state contraddistinte da una proposta diversificata caso per caso, mantenendo come principio il minimo intervento possibile per preservare la tecnica originale, arginando la possibilità di ulteriori perdite della materia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.