The Temple of Apollo "in Circo" and the Creation of an Augustan Architectural Language

Twenty-five years after the publication of the volume: "The temple of Apollo in Circus and the birth of the Augustan architectural language", which gave a more complete form to my research on Roman architecture carried out during the three-year period of my PhD 1990-92 at the Department of History and Restoration of Architecture of Sapienza University of Rome, I decided to edit an English edition, which could make the book accessible even beyond the relatively limited audience of readers of Italian. However, I soon abandoned the intention of a total remake of the text and the illustrative apparatus, still recognizing the substantial validity of both, and I limited myself to some necessary clarifications and corrections, and to some reconstructive images developed with more innovative techniques. Also comforted by a good reception from the reviewers, I considered the contents of the volume still valid, and the adjustments that could be made not so fundamental as to make a remake obligatory, one might say, a fundamentis.

A distanza di venticinque anni dalla stampa del volume: “Il tempio di Apollo in Circo e la nascita del linguaggio architettonico augusteo”, che dava forma più compiuta alle mie ricerche sull’architettura romana effettuate nel triennio di Dottorato di Ricerca 1990-92 presso il Dipartimento di Storia e Restauro dell’Architettura di Sapienza Università di Roma, ho deciso di curarne un’edizione inglese, che potesse rendere il libro accessibile anche aldilà della relativamente limitata audience dei lettori dell’italiano. Ho però presto abbandonato l’intenzione di un totale rifacimento del testo e dell’apparato illustrativo, riconoscendo ancora la sostanziale validità di entrambi, e mi sono limitato ad alcune doverose precisazioni e correzioni, e a qualche immagine ricostruttiva elaborata con tecniche più innovative . Confortato inoltre da una buona accoglienza dei recensori , ho ritenuto i contenuti del volume ancora validi, e gli aggiustamenti che si potevano apportare non così fondamentali da rendere obbligatorio un rifacimento, sarebbe il caso di dire, a fundamentis.