Come associare il lavoro di Manlio Rossi-Doria con quello di Maria Lai? La risposta è da rintracciare nella comune consapevolezza che per aiutare le aree interne a tornare delle zone “vive” la strategia da operare deve essere attingere ai saperi del territorio. Con il monumento “ai vivi”, Legarsi alla montagna (1981), Lai racconta le connessioni che intercorrono tra i membri della comunità del suo paese natale, Ulassai nell’Ogliastra, e il contesto. Annodando stringhe di tessuto jeans si raccordano persone, cose e case. Il paesaggio diventa il telaio entro il quale viene tessuto il filo che ricuce i frammenti dell’intero paese. L’ultimo “nodo” fondamentale è la connessione tra il paese stesso e l’elemento pacificatore e identitario della comunità: la montagna. Tracciando le linee si stabiliscono legami pratico-simbolici la cui forza coesiva collabora al ritrovamento di una dimensione condivisa. La linea è dunque elemento artistico che disvela le relazioni tra il soggetto e l’oggetto, accorciando le distanze tra il significato e il significante del paesaggio. In questo saggio si intende produrre l’analisi dell’opera di Maria Lai, che seguendo letteralmente un filo rosso passante dalla piccola scala (il libro) alla grande (la montagna), si presenta come artista fondamentale nella genesi della cultura del paesaggio in Italia. Per quanto risulti insidioso cercare di attribuire un significato ontologico al paesaggio, appare fissata una qualità essenziale in tutte le più autorevoli definizioni del termine. Il paesaggio si esprime attraverso l’intreccio delle relazioni stabilite tra il soggetto che lo percepisce e l’oggetto che viene percepito. I legami che si instaurano non sono reali ma, siamo noi che li tracciamo generando una matrice su cui si stratificano rapporti, relazioni, legami, ponti dialogici che definiamo paesaggio. Sulla determinazione di queste relazioni si sono interrogati ampliamente autori appartenenti ai più disparati campi: dalle scienze pure a quelle applicate, dalla filosofia fino all’arte. L’opera relazionale di Maria Lai si inserisce in questa tradizione.
Legarsi al paesaggio: Lai, Rossi-Doria e i saperi del territorio / Manno, Roberta. - (2023), pp. 36-45. - ET PAESAGGIO E AMBIENTE.
Legarsi al paesaggio: Lai, Rossi-Doria e i saperi del territorio
Roberta Manno
Primo
2023
Abstract
Come associare il lavoro di Manlio Rossi-Doria con quello di Maria Lai? La risposta è da rintracciare nella comune consapevolezza che per aiutare le aree interne a tornare delle zone “vive” la strategia da operare deve essere attingere ai saperi del territorio. Con il monumento “ai vivi”, Legarsi alla montagna (1981), Lai racconta le connessioni che intercorrono tra i membri della comunità del suo paese natale, Ulassai nell’Ogliastra, e il contesto. Annodando stringhe di tessuto jeans si raccordano persone, cose e case. Il paesaggio diventa il telaio entro il quale viene tessuto il filo che ricuce i frammenti dell’intero paese. L’ultimo “nodo” fondamentale è la connessione tra il paese stesso e l’elemento pacificatore e identitario della comunità: la montagna. Tracciando le linee si stabiliscono legami pratico-simbolici la cui forza coesiva collabora al ritrovamento di una dimensione condivisa. La linea è dunque elemento artistico che disvela le relazioni tra il soggetto e l’oggetto, accorciando le distanze tra il significato e il significante del paesaggio. In questo saggio si intende produrre l’analisi dell’opera di Maria Lai, che seguendo letteralmente un filo rosso passante dalla piccola scala (il libro) alla grande (la montagna), si presenta come artista fondamentale nella genesi della cultura del paesaggio in Italia. Per quanto risulti insidioso cercare di attribuire un significato ontologico al paesaggio, appare fissata una qualità essenziale in tutte le più autorevoli definizioni del termine. Il paesaggio si esprime attraverso l’intreccio delle relazioni stabilite tra il soggetto che lo percepisce e l’oggetto che viene percepito. I legami che si instaurano non sono reali ma, siamo noi che li tracciamo generando una matrice su cui si stratificano rapporti, relazioni, legami, ponti dialogici che definiamo paesaggio. Sulla determinazione di queste relazioni si sono interrogati ampliamente autori appartenenti ai più disparati campi: dalle scienze pure a quelle applicate, dalla filosofia fino all’arte. L’opera relazionale di Maria Lai si inserisce in questa tradizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.