Qualora si decida di indagare spazi e ambiti di riferimento nel mondo antico rispetto alle questioni legate alla normatività, soprattutto intesa in senso politico, pochi, pochissimi (forse nessuno?) riterrebbero sensato o quanto meno produttivo farlo chiamando in causa i meno rigidi, i meno assolutisti, i meno normativi, insomma, fra i filosofi: gli scettici, tanto greci quanto romani. Al contrario, proprio all’interno delle declinazioni antiche dello scetticismo, soprattutto in quella sua peculiare versione che fu il neo-pirronismo, il problema di individuare regole, punti di riferimento, norme, sicuramente sottratte a ogni forma di dogmatismo pratico, ma parimenti valide e funzionali per la condotta della vita quotidiana, tanto sul piano individuale quanto su quello della vita politica associata, fu considerato di primaria importanza e di cruciale valore, anche e soprattutto per combattere ogni più o meno malevola accusa di apraxia costantemente ‘cavalcata’ dai vari, accaniti protagonisti della polemica anti-scettica. Per suffragare questa conclusione si è deciso di seguire una strada diversa, cercando per così dire un alleato e trovandolo, fortunatamente, in un pensatore italiano del secolo scorso: Giuseppe Rensi, filosofo sicuramente originale, al limite dell’eccentricità, ma capace di fornire analisi molto stimolanti proprio in merito alle posizioni politiche attribuibili a una forma genuina di scetticismo.
Scetticismo antico e norme dell’agire: fra etica sociale e filosofia politica in Giuseppe Rensi / Spinelli, Emidio. - (2021), pp. 117-138.
Scetticismo antico e norme dell’agire: fra etica sociale e filosofia politica in Giuseppe Rensi
Emidio Spinelli
2021
Abstract
Qualora si decida di indagare spazi e ambiti di riferimento nel mondo antico rispetto alle questioni legate alla normatività, soprattutto intesa in senso politico, pochi, pochissimi (forse nessuno?) riterrebbero sensato o quanto meno produttivo farlo chiamando in causa i meno rigidi, i meno assolutisti, i meno normativi, insomma, fra i filosofi: gli scettici, tanto greci quanto romani. Al contrario, proprio all’interno delle declinazioni antiche dello scetticismo, soprattutto in quella sua peculiare versione che fu il neo-pirronismo, il problema di individuare regole, punti di riferimento, norme, sicuramente sottratte a ogni forma di dogmatismo pratico, ma parimenti valide e funzionali per la condotta della vita quotidiana, tanto sul piano individuale quanto su quello della vita politica associata, fu considerato di primaria importanza e di cruciale valore, anche e soprattutto per combattere ogni più o meno malevola accusa di apraxia costantemente ‘cavalcata’ dai vari, accaniti protagonisti della polemica anti-scettica. Per suffragare questa conclusione si è deciso di seguire una strada diversa, cercando per così dire un alleato e trovandolo, fortunatamente, in un pensatore italiano del secolo scorso: Giuseppe Rensi, filosofo sicuramente originale, al limite dell’eccentricità, ma capace di fornire analisi molto stimolanti proprio in merito alle posizioni politiche attribuibili a una forma genuina di scetticismo.File | Dimensione | Formato | |
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