Il presente contributo, che analizza sviluppi e caratteristiche della devozione religiosa in India (bhakti) dalle origini al periodo di massima fioritura culturale, intorno al XVI secolo, intende innanzitutto contrapporsi alla tendenza, propria delle culture occidentali, di identificare il variegato e complesso insieme della spiritualità indiana con alcune delle sue forme più facilmente riconoscibili e classificabili: dall’ascesi, anche estrema, ai grandi rituali religiosi. Tale tendenza appaga aspettative e pregiudizi di lunga data, sedimentati sin dall’età Romantica e consolidati dall’orientalismo colonizzatore, ma, sotto certi aspetti, presenti già in Dante e nella cultura medievale (Deen Schildgen 1993, p. 184). Per illustrare l'infondatezza di questi pregiudizi, l'articolo presenta autori e opere tra i principali della tradizione religiosa e letteraria della bhakti - da Nām’dev a Sūr’dās, da Mīrābāī a Kabīr - introducendo concetti analitici originali, quali la "prospettiva dell'Io" dell'autore e la coincidenza di dinamiche epistemologiche ed esistenziali. In coerenza con l'impianto complessivo del volume all'interno del quale è inserito, esso propone inoltre una rilettura di alcuni canti devozionali - tradotti dai rispettivi idiomi premoderni - per evidenziare la potenzialità "destabilizzante" del loro contenuto erotico ed emozionale.
Bhakti: passione e abbandono di sé nella devozione al Divino Amante / Milanetti, Giorgio. - (2023), pp. 127-152.
Bhakti: passione e abbandono di sé nella devozione al Divino Amante
Giorgio Milanetti
2023
Abstract
Il presente contributo, che analizza sviluppi e caratteristiche della devozione religiosa in India (bhakti) dalle origini al periodo di massima fioritura culturale, intorno al XVI secolo, intende innanzitutto contrapporsi alla tendenza, propria delle culture occidentali, di identificare il variegato e complesso insieme della spiritualità indiana con alcune delle sue forme più facilmente riconoscibili e classificabili: dall’ascesi, anche estrema, ai grandi rituali religiosi. Tale tendenza appaga aspettative e pregiudizi di lunga data, sedimentati sin dall’età Romantica e consolidati dall’orientalismo colonizzatore, ma, sotto certi aspetti, presenti già in Dante e nella cultura medievale (Deen Schildgen 1993, p. 184). Per illustrare l'infondatezza di questi pregiudizi, l'articolo presenta autori e opere tra i principali della tradizione religiosa e letteraria della bhakti - da Nām’dev a Sūr’dās, da Mīrābāī a Kabīr - introducendo concetti analitici originali, quali la "prospettiva dell'Io" dell'autore e la coincidenza di dinamiche epistemologiche ed esistenziali. In coerenza con l'impianto complessivo del volume all'interno del quale è inserito, esso propone inoltre una rilettura di alcuni canti devozionali - tradotti dai rispettivi idiomi premoderni - per evidenziare la potenzialità "destabilizzante" del loro contenuto erotico ed emozionale.File | Dimensione | Formato | |
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