We do not know what form the project will take architectural and urban design coming future, the contemporary situation indicates a strong prospect of mutation of the traditional lines of discipline, a no less significant mutation of the professional and calls into question the limits of the domain architecture and its status, while new forms imaginary universes announce not yet explored. But we know that the architecture remains well driven in in the need of men to fantasize about spaces of their lives with a view to improving their conditions of existence. This is based on experience and fantasize about the dreams of its overcoming. The catastrophic environmental tampering, destruction of entire ecological systems and the concentration of huge, shapeless masses of buildings in megacities around the world, do not allow us to consider settled once and for all the aspirations to achieve an agreement with the Land and its evolutionary dynamics and hope in a future liberated. Of course, as I reread the writings and revise designs recalling the circumstances of their writing and calculating how much of them remained on paper, reminded of the words of the author, so how hard shiny Manfredo Tafuri in Architecture and Utopia: "And between the illusions of intellectuals to frustrate, the first is the one that tends to anticipate, with only the value of the image, the conditions of architecture < <per una società liberata> >. Proponents of such a slogan avoids wonder if, even put aside his blatant utopianism, this objective can be prosecuted without a linguistic revolution, methodological and structural, whose scope goes far beyond the mere subjective intention or simple update of a syntax ". And yet even in their current ineffettualità these products, claiming their right of expression, testify to the insopprimile need not interpret architecture as pure and self-referential language game, or pay their own internal coherence of the observed membership of the actual flow of things thanks to its successful merchant and call for a commitment not to abandon architecture to a destiny of subordination obtuse. With this collection of writings and sketches of the design you want then confirm that inclination to fantasize about living spaces, which are considered the most profound and fundamental vocation of the activities of the architect, but, as announced by the title, we will endeavor to indicate as the only practical way postiva imagery based on the latent possibilities offered by the interpretation of the legacy of the past and from the present state of things, according to the unforgettable lesson of Ernst Bloch. Thoughts writings and sketches of conception, because among the drawings sketches drawn at the beginning of the process that will lead to the representation of space for its realization in work are the most explanatory of morphogenesis, the ones where the intentionality and the most deeply rooted beliefs emerge and where greater strength is always something of a dream that has them generati.Gli writings are not presented in chronological order to tell the truth even if the sequence of titles is very close to the temporal processing, but are all revisited retouched in a light because basically they appeared still valid and in any case a good witness of the processes of their development in consonance with the context of the time of writing. To the writings already prepared, published and unpublished, are added new introduction and conclusion to the book, to illustrate more clearly the attitude of the author, his philosophy of architecture and the attempt to suggest an opening. It lacks the characteristic division into parts of the series Traces: it was considered a clear division is not possible even if it is hard to grasp in the first four pieces a concern direct teaching, in the central part of the core theoretical reflections ba

Non sappiamo quali forme prenderanno il progetto architettonico e il progetto urbano prossimi futuri, la situazione contemporanea indica una prospettiva di forte mutazione delle linee tradizionali della disciplina, di una non meno significativa mutazione della figura professionale e rimette in discussione i limiti del dominio dell’architettura e il suo statuto, mentre nuove forme annunciano universi dell’immaginario non ancora esplorati. Ma sappiamo che l’architettura resta ben confitta nell’esigenza degli uomini di fantasticare sugli spazi della propria vita in vista di un miglioramento delle loro condizioni d’esistenza. Questo fantasticare poggia sull’esperienza vissuta e sui sogni del suo oltrepassamento. Le catastrofiche manomissioni dell’ambiente, le distruzioni di interi sistemi ecologici e la concentrazione di immensi, informi ammassi di costruzioni nelle megalopoli di tutto il mondo, non ci autorizzano a considerare liquidate una volta per tutte le aspirazioni a realizzare un accordo con la Terra e le sue dinamiche evolutive e a sperare in un futuro liberato. Certo, nel rileggere gli scritti e nel rivedere i disegni ricordando le circostanze della loro redazione e calcolando quanto di essi è rimasto sulla carta, tornano alla mente dell’autore le parole, tanto lucide quanto dure di Manfredo Tafuri in Progetto e utopia: ”E fra le illusioni intellettuali da frustrare, la prima è quella che tende ad anticipare, con il solo valore dell’immagine, le condizioni di un’architettura <<per una società liberata>>. Chi propone un tale slogan evita di chiedersi se, anche messo da parte il suo palese utopismo, tale obiettivo sia perseguibile senza una rivoluzione linguistica, metodologica e strutturale, la cui portata va ben al di là della semplice volontà soggettiva o del semplice aggiornamento di una sintassi”. E tuttavia pur nella loro attuale ineffettualità questi prodotti, nel reclamare il proprio diritto d’espressione, testimoniano l’insopprimile esigenza di non interpretare l’architettura come puro e autoreferenziale gioco linguistico, pago della propria interna coerenza o della constatata appartenenza al flusso reale delle cose grazie al proprio successo mercantile e invocano l’impegno a non abbandonare l’architettura ad un destino di ottusa subalternità. Con questa raccolta di scritti e di schizzi progettuali si vuole dunque confermare quella inclinazione a fantasticare di spazi dell’abitare, che si ritiene la vocazione fondamentale e più profonda della attività dell’architetto, ma, come annunciato dal titolo, ci si sforzerà di indicare come via postiva dell’immaginario solo quella concretamente fondata sulle latenti possibilità offerte dall’interpretazione dell’eredità del passato e dallo stato presente delle cose, secondo l’indimenticabile lezione di Ernst Bloch . Pensieri scritti e schizzi di concezione, perché tra i disegni gli schizzi elaborati all’inzio del processo che porterà alla rappresentazione dello spazio ai fini della sua concretizzazione in opera sono quelli più esplicativi della morfogenesi, quelli ove le intenzionalità e le convinzioni più radicate emergono con maggiore forza e dove rimane sempre qualcosa del sogno che li ha generati.Gli scritti non sono presentati in rigoroso ordine cronologico anche se a dire il vero la successione dei titoli si avvicina molto a quella temporale di elaborazione, sono tutti rivisitati ma ritoccati in maniera leggera perché sostanzialmente sono apparsi ancora validi e comunque buoni testimoni dei processi della loro elaborazione in consonanza con il contesto del momento della loro redazione. Agli scritti già redatti, editi ed inediti, sono aggiunti i nuovi, ad introduzione e conclusione del volume, per illustrare ancor più esplicitamente l’atteggiamento dell’autore, la sua filosofia dell’architettura e il tentativo di suggerire un’apertura. Manca la divisione in parti caratteristica della collana Tracce: si è ritenuto non fosse possibile una ripartizione netta anche se non si fa fatica a cogliere nei primi quattro pezzi una preoccupazione didattica diretta, nella parte centrale il nucleo delle riflessioni teoriche fondate sullo studio degli architetti della modernità del Novecento e negli ultimi due scritti la preoccupazione per l’etica del progetto di architettura. Da tutti gli scritti dell’autore sono stati eliminati quelli che trattano esplicitamente della città e del progetto urbano, sebbene una delle sue convinzioni più presenti sia proprio della necessità dell’integrazione della progettazione architettonica e della progettazione urbana, nel quadro di una sostanziale unità delle culture architettonica e urbanistica. A questo tema si ha in animo di dedicare un altro lavoro. Accade che ripercorrendo i propri lavori si senta l’esigenza di dare loro un qualche ordine ed una forma che consenta di coglierne la continuità e la coerenza. Questa antologia di scritti nasce dall’esigenza di fare il punto del proprio cammino, di voltarsi per un attimo a misurare la distanza percorsa con l’ostinazione di un’interrogazione costante sul senso delle forme architettoniche e sulla loro vita dall’origine alla scomparsa materiale e sulla loro permanenza nel ricordo. E capita di scoprire che come un martellante e assillante interrogare quasi tutti i propri progetti ed i propri scritti portino con sé il segno di questo rovello.

La fantasia concreta dell'architettura: scritti e disegni / Secchi, Roberto. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 1-365.

La fantasia concreta dell'architettura: scritti e disegni

SECCHI, Roberto
2007

Abstract

We do not know what form the project will take architectural and urban design coming future, the contemporary situation indicates a strong prospect of mutation of the traditional lines of discipline, a no less significant mutation of the professional and calls into question the limits of the domain architecture and its status, while new forms imaginary universes announce not yet explored. But we know that the architecture remains well driven in in the need of men to fantasize about spaces of their lives with a view to improving their conditions of existence. This is based on experience and fantasize about the dreams of its overcoming. The catastrophic environmental tampering, destruction of entire ecological systems and the concentration of huge, shapeless masses of buildings in megacities around the world, do not allow us to consider settled once and for all the aspirations to achieve an agreement with the Land and its evolutionary dynamics and hope in a future liberated. Of course, as I reread the writings and revise designs recalling the circumstances of their writing and calculating how much of them remained on paper, reminded of the words of the author, so how hard shiny Manfredo Tafuri in Architecture and Utopia: "And between the illusions of intellectuals to frustrate, the first is the one that tends to anticipate, with only the value of the image, the conditions of architecture < >. Proponents of such a slogan avoids wonder if, even put aside his blatant utopianism, this objective can be prosecuted without a linguistic revolution, methodological and structural, whose scope goes far beyond the mere subjective intention or simple update of a syntax ". And yet even in their current ineffettualità these products, claiming their right of expression, testify to the insopprimile need not interpret architecture as pure and self-referential language game, or pay their own internal coherence of the observed membership of the actual flow of things thanks to its successful merchant and call for a commitment not to abandon architecture to a destiny of subordination obtuse. With this collection of writings and sketches of the design you want then confirm that inclination to fantasize about living spaces, which are considered the most profound and fundamental vocation of the activities of the architect, but, as announced by the title, we will endeavor to indicate as the only practical way postiva imagery based on the latent possibilities offered by the interpretation of the legacy of the past and from the present state of things, according to the unforgettable lesson of Ernst Bloch. Thoughts writings and sketches of conception, because among the drawings sketches drawn at the beginning of the process that will lead to the representation of space for its realization in work are the most explanatory of morphogenesis, the ones where the intentionality and the most deeply rooted beliefs emerge and where greater strength is always something of a dream that has them generati.Gli writings are not presented in chronological order to tell the truth even if the sequence of titles is very close to the temporal processing, but are all revisited retouched in a light because basically they appeared still valid and in any case a good witness of the processes of their development in consonance with the context of the time of writing. To the writings already prepared, published and unpublished, are added new introduction and conclusion to the book, to illustrate more clearly the attitude of the author, his philosophy of architecture and the attempt to suggest an opening. It lacks the characteristic division into parts of the series Traces: it was considered a clear division is not possible even if it is hard to grasp in the first four pieces a concern direct teaching, in the central part of the core theoretical reflections ba
2007
9788860490247
Non sappiamo quali forme prenderanno il progetto architettonico e il progetto urbano prossimi futuri, la situazione contemporanea indica una prospettiva di forte mutazione delle linee tradizionali della disciplina, di una non meno significativa mutazione della figura professionale e rimette in discussione i limiti del dominio dell’architettura e il suo statuto, mentre nuove forme annunciano universi dell’immaginario non ancora esplorati. Ma sappiamo che l’architettura resta ben confitta nell’esigenza degli uomini di fantasticare sugli spazi della propria vita in vista di un miglioramento delle loro condizioni d’esistenza. Questo fantasticare poggia sull’esperienza vissuta e sui sogni del suo oltrepassamento. Le catastrofiche manomissioni dell’ambiente, le distruzioni di interi sistemi ecologici e la concentrazione di immensi, informi ammassi di costruzioni nelle megalopoli di tutto il mondo, non ci autorizzano a considerare liquidate una volta per tutte le aspirazioni a realizzare un accordo con la Terra e le sue dinamiche evolutive e a sperare in un futuro liberato. Certo, nel rileggere gli scritti e nel rivedere i disegni ricordando le circostanze della loro redazione e calcolando quanto di essi è rimasto sulla carta, tornano alla mente dell’autore le parole, tanto lucide quanto dure di Manfredo Tafuri in Progetto e utopia: ”E fra le illusioni intellettuali da frustrare, la prima è quella che tende ad anticipare, con il solo valore dell’immagine, le condizioni di un’architettura <<per una società liberata>>. Chi propone un tale slogan evita di chiedersi se, anche messo da parte il suo palese utopismo, tale obiettivo sia perseguibile senza una rivoluzione linguistica, metodologica e strutturale, la cui portata va ben al di là della semplice volontà soggettiva o del semplice aggiornamento di una sintassi”. E tuttavia pur nella loro attuale ineffettualità questi prodotti, nel reclamare il proprio diritto d’espressione, testimoniano l’insopprimile esigenza di non interpretare l’architettura come puro e autoreferenziale gioco linguistico, pago della propria interna coerenza o della constatata appartenenza al flusso reale delle cose grazie al proprio successo mercantile e invocano l’impegno a non abbandonare l’architettura ad un destino di ottusa subalternità. Con questa raccolta di scritti e di schizzi progettuali si vuole dunque confermare quella inclinazione a fantasticare di spazi dell’abitare, che si ritiene la vocazione fondamentale e più profonda della attività dell’architetto, ma, come annunciato dal titolo, ci si sforzerà di indicare come via postiva dell’immaginario solo quella concretamente fondata sulle latenti possibilità offerte dall’interpretazione dell’eredità del passato e dallo stato presente delle cose, secondo l’indimenticabile lezione di Ernst Bloch . Pensieri scritti e schizzi di concezione, perché tra i disegni gli schizzi elaborati all’inzio del processo che porterà alla rappresentazione dello spazio ai fini della sua concretizzazione in opera sono quelli più esplicativi della morfogenesi, quelli ove le intenzionalità e le convinzioni più radicate emergono con maggiore forza e dove rimane sempre qualcosa del sogno che li ha generati.Gli scritti non sono presentati in rigoroso ordine cronologico anche se a dire il vero la successione dei titoli si avvicina molto a quella temporale di elaborazione, sono tutti rivisitati ma ritoccati in maniera leggera perché sostanzialmente sono apparsi ancora validi e comunque buoni testimoni dei processi della loro elaborazione in consonanza con il contesto del momento della loro redazione. Agli scritti già redatti, editi ed inediti, sono aggiunti i nuovi, ad introduzione e conclusione del volume, per illustrare ancor più esplicitamente l’atteggiamento dell’autore, la sua filosofia dell’architettura e il tentativo di suggerire un’apertura. Manca la divisione in parti caratteristica della collana Tracce: si è ritenuto non fosse possibile una ripartizione netta anche se non si fa fatica a cogliere nei primi quattro pezzi una preoccupazione didattica diretta, nella parte centrale il nucleo delle riflessioni teoriche fondate sullo studio degli architetti della modernità del Novecento e negli ultimi due scritti la preoccupazione per l’etica del progetto di architettura. Da tutti gli scritti dell’autore sono stati eliminati quelli che trattano esplicitamente della città e del progetto urbano, sebbene una delle sue convinzioni più presenti sia proprio della necessità dell’integrazione della progettazione architettonica e della progettazione urbana, nel quadro di una sostanziale unità delle culture architettonica e urbanistica. A questo tema si ha in animo di dedicare un altro lavoro. Accade che ripercorrendo i propri lavori si senta l’esigenza di dare loro un qualche ordine ed una forma che consenta di coglierne la continuità e la coerenza. Questa antologia di scritti nasce dall’esigenza di fare il punto del proprio cammino, di voltarsi per un attimo a misurare la distanza percorsa con l’ostinazione di un’interrogazione costante sul senso delle forme architettoniche e sulla loro vita dall’origine alla scomparsa materiale e sulla loro permanenza nel ricordo. E capita di scoprire che come un martellante e assillante interrogare quasi tutti i propri progetti ed i propri scritti portino con sé il segno di questo rovello.
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
La fantasia concreta dell'architettura: scritti e disegni / Secchi, Roberto. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 1-365.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/168845
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