Il linguaggio umano si manifesta in due espressioni dirette opposte: da un lato, in migliaia di singoli idiomi che mostrano differenze evidenti per tutti i parlanti, dall'altro, come un fenomeno universale elaborato dal nostro cervello, che per molti aspetti fondamentali è identico per tutti i membri della specie umana, come per il fatto che viene appreso in modo efficiente da ogni bambino sano nei primi anni di vita e viene utilizzato universalmente per finalità comunicative e sociali molto simili e confrontabili nelle varie comunità linguistiche. Capire come queste due manifestazioni opposte possano essere conciliate è stato ed è al centro della ricerca linguistica, considerando che gli studi sulla lingua da sempre si sono sviluppati attorno a queste due posizioni opposte. Da una parte, la teoria della relatività linguistica enfatizza la variazione interlinguistica, dall’altra, l’idea universalista mette in evidenza l’esistenza di principi generali, universali e ricorrenti, in ogni lingua. Nella linguistica contemporanea i due punti di vista sono riflessi in due filoni teorici fondamentali: 1. le scuole di pensiero che si definiscono funzionaliste si schierano a favore dell’idea del relativismo, 2. i modelli di impronta strutturalista rappresentano il concetto di universalismo. Il metodo comparativo si è rivelato fondamentale nella ricerca linguistica moderna e riveste un ruolo cruciale sia nella corrente di pensiero del relativismo sia in quella dell’universalismo, in quanto in ambedue i casi è proprio il confronto interlinguistico a costituire la base dell’indagine. Il saggio intende a delineare le più recenti prospettive di ricerca nell'ambito della tipologia linguistica, un orientamento di studi di lingue geneticamente non correlate.
Nuove prospettive di ricerca nell’ambito della tipologia linguistica / Rózsavölgyi, Edit. - (2022), pp. 278-288.
Nuove prospettive di ricerca nell’ambito della tipologia linguistica
EDIT RÓZSAVÖLGYI
2022
Abstract
Il linguaggio umano si manifesta in due espressioni dirette opposte: da un lato, in migliaia di singoli idiomi che mostrano differenze evidenti per tutti i parlanti, dall'altro, come un fenomeno universale elaborato dal nostro cervello, che per molti aspetti fondamentali è identico per tutti i membri della specie umana, come per il fatto che viene appreso in modo efficiente da ogni bambino sano nei primi anni di vita e viene utilizzato universalmente per finalità comunicative e sociali molto simili e confrontabili nelle varie comunità linguistiche. Capire come queste due manifestazioni opposte possano essere conciliate è stato ed è al centro della ricerca linguistica, considerando che gli studi sulla lingua da sempre si sono sviluppati attorno a queste due posizioni opposte. Da una parte, la teoria della relatività linguistica enfatizza la variazione interlinguistica, dall’altra, l’idea universalista mette in evidenza l’esistenza di principi generali, universali e ricorrenti, in ogni lingua. Nella linguistica contemporanea i due punti di vista sono riflessi in due filoni teorici fondamentali: 1. le scuole di pensiero che si definiscono funzionaliste si schierano a favore dell’idea del relativismo, 2. i modelli di impronta strutturalista rappresentano il concetto di universalismo. Il metodo comparativo si è rivelato fondamentale nella ricerca linguistica moderna e riveste un ruolo cruciale sia nella corrente di pensiero del relativismo sia in quella dell’universalismo, in quanto in ambedue i casi è proprio il confronto interlinguistico a costituire la base dell’indagine. Il saggio intende a delineare le più recenti prospettive di ricerca nell'ambito della tipologia linguistica, un orientamento di studi di lingue geneticamente non correlate.File | Dimensione | Formato | |
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